Una legge ad hoc per le famiglie numerose

La Padania del 14 febbraio 2007

di FILIPPO POLETTI

Una legge ad hoc per le famiglie numerose. E’ quella presentata dagli azzurri Antonio Palmieri, Sandro Bondi ed Elio Vito: si propone di aiutare e sostenere i nuclei familiari con tre o più figli, compresi quelli adottivi e in affido. Per loro – ma anche per quei nuclei con uno dei due figli disabile o inabile al lavoro – il pdl prevede detrazioni sganciate dal reddito e, in più, un bonus di tre anni di contributi previdenziali per la madre lavoratrice o per il coniuge (nel caso in cui la madre non lavori). Non si tratta, tuttavia, di una proposta fuori del seminato: in occasione del le elezioni la Cdl aveva promesso che avrebbe aiutato le famiglie E, anche se all’opposizione, sta mantenendo le pro messe.

Onorevole Palmieri, mentre l’Unione si batte per le famiglie di serie b, avete pensato di promuovere quella di serie a. E questo il senso della proposta di legge?

Sono due i fattori che ci hanno spinto a presentare questa legge. Da una parte la forte offensiva nei confronti della famiglia e, dall’altra, la forte denatalità della popolazione italiana. il pdl mira a sostenere, concretamente, chi ha avuto il coraggio di fare tre o più figli. Si tratta di un intervento sociale economico a favore di chi ha già figli. Il provvedimento include anche le famiglie con due figli di cui uno disabile o inabile al lavoro così come due o più fratelli orfani di entrambi i genitori sottoposti a tutela o affidamento.

Tante e diverse, dunque, sono le finalità della legge. Vogliamo riconoscere la funzione sociale che la famiglia svolge allevando i figli. Per questa ragione, nella proposta, non sono previsti tetti di reddito. Le detrazioni, infatti, saranno indipendenti dal reddito familiare e saranno equivalenti alla soglia di povertà relativa pro capite calcolata dall’Istat annualmente, aumentata del 50 per cento in presenza di portatori di handicap. Vogliamo dare un segnale di incoraggiamento a chi ha più figli. Il nostro augurio è che questa legge faccia da apripista a una serie di provvedimenti più completi a favore della famiglia, primo fra tutti l’introduzione del quoziente familiare, primo punto del programma della Cdl.

Il pdl prevede anche delle agevolazioni per i figli?

Abbiamo previsto di equiparare le detrazioni fiscali a quelle massime previste dalla legge vigente. Inoltre, abbiamo indicato la corresponsione degli assegni familiari fino al compimento del ventiseiesimo anno di età.

La proposta porta la firma di Forza Italia.

In questi giorni stiamo raccogliendo le firme nella Cdl. La proposta, tuttavia è aperta anche all’attuale maggioranza e al Governo. Se Prodi fosse coerente con quanto dice, potrebbe investire parte del surplus del gettito fiscale con interventi a favore delle famiglie numerose.

Proprio della famiglia la Lega ha fatto un suo cavallo di battaglia.

Per questo il pdl è anzitutto aperto alla Lega e a sue eventuali proposte migliorative.

Quale è stato, a suo avviso, il principale passo falso commesso dal centrosinistra nei confronti della famiglia?

Aver cambiato la riforma Tremonti che, in merito al fisco, prevedeva un sistema di deduzioni. La prova dei fatti sono le buste paghe di gennaio. Il danno economico nei confronti delle famiglie è stato consistente.

Come fare a tutelare le coppie con prole?

Attraverso il sistema delle deduzioni che, di fatto, riconosce la funzione sociale di chi ha figli. La sinistra ha messo a ko ciò che il Governo Berlusconi aveva messo in piedi in cinque anni.

Da settimane la politica discute di Pacs e di Dico. Come andrà a finire?

I Dico sono un compromesso al ribasso. Il ddl del Governo è un testo pasticciato che apre, tra l’altro, a pratiche come l’incesto. Il testo non passerà al Senato: sarà il centrosinistra a insabbiarlo a Palazzo Madama, avviandolo su un binario morto e contento di aver pagato una cambiale a quel feticcio che è il suo programma e alla sinistra radicale.

Crede che il Governo si aspettasse una dura e ferma opposizione ai Pacs da parte del Vaticano?

Penso di no. Il centrosinistra puntava sul fatto che, avendo presentato un testo mitigato, la resistenza della Chiesa si affievolisse. Le reazioni del cardinale Ruini e del Papa costituiscono un ulteriore fattore che convincerà il Governo a mandare in soffitta il provvedimento. Al Senato, infatti, non riuscirebbe mai a portarlo in porto e rischierebbe di cadere.

Abbiamo parlato di famiglia. Possiamo chiederle se ha figli?

Al momento no e, quindi, non sono “in conflitto di interessi”. Spero, tuttavia, di averli presto.


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2 risposte a “Una legge ad hoc per le famiglie numerose”

  1. Avatar katia
    katia

    buongiorno signor mario andreini sono una mamma di ben 5 figli tutti minorenni la più grande ha 14 anni la 2 ha 5 anni la 3 ha 4 anni la 4  ha 2 anni e la 5 ha 1 anno ed io ho 33 anni io non capisco bene la politica però le posso dire che per esperienza personale di vita vera .i figli minorenni costano molto di più di quelli maggiorenni  fin dai primi giorni della  nascita  a partire dal vestiario  per non parlare del mangiare io ho avuto la fortuna di allattare tutti i miei figli  le faccio un esempio 2 vasetti della plasmon di gr 80 costano 2.67euro e una mamma non va a risparmio nella alimentazione di una bimba piccola anche se non se lo puo permettere per non parlare quando si sentono male gli antibiotici sono mutuabili ma le vitamine  e tutte le altre cose no io ho la terza media e mi scusi se il mio commento non e riuscito a farle capire quello che intendevo io . io mi alzo alle 4 di mattina per sistemare tutto e far trovare la colazione ai miei figli  ma alle 5.3o devo essere sul posto di lavoro sono bracciante agricola ma spero un futuro migliore per i miei figli forse gli aiuti e i bonus per le famiglie numerose non dico che la politica non fa niente ma ci dovrebbero essere più controlli nel mercato con i prezzi che girono

  2. Avatar Mario Andreini
    Mario Andreini

    Ritengo importantissimi  i seguenti provvedimenti  sostegno della “famiglia”.Vedremo se il Polo delle Libertà, nel programma per il futuro governo che sottoporrà agli elettori,  vorrà inserire anche i seguenti impegni a sostegno delle famiglie. 1)      Prevedere che al fine del computo dell’Anf (assegno nucleo familiare) vengano considerati, indipendentemente dal loro numero, i figli fiscalmente a carico appartenenti al nucleo familiare e che non abbiano compiuto i 26 anni, anziché soltanto i minori di anni 18.  Osservazione: Non si comprende infatti in base a quale ratio non debbano considerarsi ai fini dell’Anf i figli maggiorenni fiscalmente a carico, i quali vengono invece considerati al fine della detrazione per carichi di famiglia. Peraltro, nella maggioranza dei casi, il costo di mantenimento di un figlio maggiorenne è superiore a quello di uno minore.2)      Prevedere l’innalzamento dell’irrisorio limite di reddito previsto per i familiari a carico  (euro 2.840,51 al lordo anche degli oneri deducibili).  Osservazione: In base al vigente limite di reddito  dovrebbe desumersi che il coniuge o un figlio con un reddito  mensile lordo di euro 236,71 sia economicamente autosufficiente e quindi non debba considerarsi a carico. Dal 1° gennaio 1994 (art.1 lett. b D.P.C.M. 14/12/93) detto limite di reddito lordo annuo era di lire 5.300.000, pari ad euro 228,10 mensili, e dal 1° gennaio 1998 (art.47 D.Lgs. 15/12/97 n.446) è stato elevato a lire 5.500.000, equivalenti, al cambio di conversione, agli attuali 2.840,51 euro lordi annui. Quindi, dal 1/1/94 ad oggi  (dopo oltre 13 anni) si registra un adeguamento del 3,7%.3)      Prevedere l’introduzione dei quozienti familiari (già previsti in diversi Paesi Europei) al fine di perequare, almeno in parte, le imposte dovute, a parità di reddito familiare, dalle famiglie monoreddito e da quelle in cui siano presenti più percettori di redditi.Osservazione: Il reddito complessivo del nucleo familiare è già oggi preso a riferimento attraverso l’ISE (indicatore situazione economica) e l’ICE (indicatore condizione economica) ai fini del diritto a specifiche agevolazioni in materia di: ticket sanitari, tasse e borse di studio universitarie, buoni scuola, etc. In pratica, solo ai fini dell’imposta sui redditi continuano a considerarsi i redditi individuali anziché quelli familiari. E’ di chiara evidenza che l’attuale sistema di tassazione comporta delle enormi sperequazioni. 

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