Per cercare di frenare l’emoraggia verso Di Pietro, (ri)guadganare voti a sinistra, anestetizzare le divaricazioni interne e arginare la delusione (e il conseguente astensionismo elettorale) Franceschini ha scelto la tattica più facile: riesumare la “resistenza” al Berlusconi alfiere di un moderno totalitarismo.
Ha scelto la via più facile, che è anche quella più tossica per il Paese, che ha invece bisogno di un moderno partito di sinistra, con il quale la nostra maggioranza possa cercare di condividere le riforme strutturali per il bene di tutti.