La nostra campagna elettorale

La Provincia di Como del 20 gennaio 2006
di Umberto Montin

Qualcuno ha scritto che sta preparando dei maxicartelloni – i cosiddetti 6×6- «innovativi», con il Cavaliere non ritratto di faccia, ma di tre quarti. Lui, Antonio Palmieri, responsabile nazionale della comunicazione elettorale del partito azzurro, deputato eletto nel collegio di Cantù, non scopre le sue carte. Ma si limita, con riferimenti alle critiche di qualche alleato, a smentire «effetti speciali». «Avranno la grafica consueta, con un messaggio semplice che sarà comprensibile a tutti» spiega. E la memoria va ai famosi «meno tasse per tutti» e via dicendo che contribuirono non poco alla vittoria della Casa della libertà e dello stesso Silvio Berlusconi nel 2001.

Le indiscrezioni su questo aspetto della nuova campagna per le elezioni del 9 aprile si moltiplicano, anche se per alcuni esperti ormai i maxiposter che costelleranno le strade delle città non sembrano dare più i risultati di anni fa. Ma molto si gioca sullo slogan, sulla capacità comunicativa dello stesso “strumento”. Sempre fra i si dice – che Palmieri come abbiamo visto, rifiuta di confermare – stavolta potrebbero contenere domande quasi scontate, dirette contro i progetti e i programmi della sinistra e un «no, grazie» a seguire. Se sarà vero, basterà attendere poco, da lunedì dovrebbe cominciare la campagna di affissione. Ma è solo uno dei punti forti della campagna elettorale di Silvio Berlusconi per recuperare il gap con l’Unione-Ulivo.

Gli altri li spiega lo stesso Palmieri. Berlusconi da due settimane sta facendo un tour televisivo e radiofonico martellante. Non è troppo, non si rischia l’overdose o addirittura non potrebbe sfociare in un effetto boomerang?
Neppure per sogno, anche perché questi interventi rispondono a due esigenze fondamentali: la prima per riequilibrare la presenza forte dei nostri avversari in tv, basti pensare negli ultimi giorni ai passaggi a «Porta a porta», da Fabio Fazio, a Matrix.

Tuttavia il numero delle “uscite” del presidente del Consiglio sembra decisamente superiore a quelle degli avversari, anche sul piano dei programmi coinvolti? Il numero di questi interventi si contrappone ai circa sei mesi di assenza di Berlusconi come leader politico. In secondo luogo questa presenza è legata al fatto che non c’è ancora la cosidetta par condicio. E poi di fronte ai tanti leader della sinistra, fa più notizia l’apparizione di chi di leader ne ha uno solo.

Ma non basterà per recuperare, e poi arriva la par condicio…
No certo. Da adesso partirà la nostra operazione verità. Che consiste in particolare nel far sapere tutto quanto è stato fatto. La seconda fase invece sarà di attacco diretto alla sinistra e ai suoi programmi anche per quanto concerne ciò che sta emergendo: ovvero l’intreccio tra coop e Ds. Faremo sapere chi sono veramente chi è quest’ultimo partito. Poi, per l’ultimo mese, riserveremo le nostre proposte per la legislatura 2006-2011, in particolare per il completamento delle 33 grandi opere.

E i progetti nuovi, quelli del futuro?
Sempre nell’ultimo mese faremo conoscere anche le nuove idee, quelle emerse dagli incontri sul territorio. In particolare insisteremo sui problemi della concorrenza internazionale che ci penalizza e faremo conoscere gli interventi a sostegno e per il rilancio del made in Italy.

Nessun colpo a sorpresa?
Non lo direi.Tuttavia non va dimenticato che una cosa è una campagna elettorale da opposizione, un’altra da forza di governo che ha bisogno di maggiore sostanza e meno effetti.

Sembra impossibile, nessuna novità…
La nostra sorpresa saranno i contenuti. Ma se vogliamo la nostra mossa inedita sarà l’attacco diretto, frontale con la sinistra per far capire ai 3 milioni e mezzo di elettori che si sono astenuti nelle scorse elezioni, il rischio che corre l’Italia se non andassero a votare. Anche perché, la sinistra a differenza del 2001 ha un programma ancora più confuso: vogliono più tasse, più imposte sulle rendite, più clandestini, freneranno le grandi opere.

Dunque ancora tanta televisione per il Cavaliere? Non solo. Da lunedì partirà la campagna di grandi manifesti, poi il 28 e 29 gennaio mille gazebo nelle piazze e poi un tour in tutta Italia. E al fianco del presidente ci saranno gli esponenti locali, saranno i coprotagonisti della campagna.

Questi particolari fanno sospettare che fra i vostri consiglieri vi sia anche l’artefice della vittoria di Bush, Karl Rove…
Rove non ha mai messo piedi in Italia, i migliori esperti gli abbiamo qui e questa strategia era già stata decisa da Berlusconi nell’estate scorsa. Tuttavia è ovvio che ci sono stati contatti con gli amici americani, ma in questo caso si è proceduto in modo un po’ diverso da come ha fatto Rutelli nel 2001 che si è affidato in pieno agli americani che hanno lavorato per i Democratici. Cosa possono sapere questi “guru” delle cose italiane?

C’è un particolare che sembra non tornare in questa strategia mediatica: si è sempre parlato di «attacco a tre punte» nella Cdl, ma ora sembra che giochi solo una punta…
Va detto che fino ad ora Casini e Fini hanno avuto ampio spazio. C’è tuttavia una prima punta, che è il premier. Ma a differenza di quanto ha fatto l’Ulivo nel 2001 che in campagna ha sostituito il premier con un nuovo candidato senza dar conto di ciò che è stato fatto, il nostro governo deve spiegare quanto ha realizzato.


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