Innovazione nella finanza: come reinventare il capitalismo con l’”economia positiva”

C’è una finanza che cerca il profitto ma allo stesso tempo persegue la creazione di benessere sociale: un modo innovativo di usare capitale e impresa per il bene comune. Se ne parlerà martedì 1 marzo alla Camera dei deputati nell’incontro “Reinventare il capitalismo con l’economia positiva” organizzato dall’Intergruppo per la Sussidiarietà del quale è coordinatore l’onorevole Antonio Palmieri (Fi), che spiega le ragioni e i dettagli dell’iniziativa: “Dal 2008 – dice – parliamo della finanza rapace e degli sconquassi che questa genera nell’economia reale e nella vita di popoli e nazioni. Negli ultimi anni si sta pian piano facendo strada una finanza che ricerca il profitto assieme alla creazione di benessere sociale e un modello di imprese profit che operano con finalità sociali”.

È stato Palmieri a proporre un incontro su questi temi all’Intergruppo per la Sussidiarietà, il più antico Intergruppo della Camera perché fondato nel 2003, che da anni lavora sia sul versante culturale sia su quello legislativo a una serie di proposte di natura etica e sociale tra le quali, per esempio, il 5 per mille, nata in seno a questo gruppo di deputati.

Adesso i riflettori sono puntati sulla finanza a impatto sociale, “cosa diversa – specifica Palmieri – dalla finanza etica, che consiste per esempio nell’erogazione da parte delle banche dei cosiddetti prodotti etici. La finanza a impatto sociale – prosegue – si traduce nella scelta di investire soldi in campi quali sanità, ambiente, rigenerazione urbana con un guadagno per tutti, pubblico e privato, con un’operazione win-win. È noto infatti che i governi non hanno più la disponibilità di denaro necessaria ad attuare iniziative nel welfare e in aree sociali. Nel frattempo la popolazione sta invecchiando e si stanno creando nuovi bisogni. Perciò occorre perseguire nuove vie e modi diversi per finanziare queste aree. Il settore pubblico deve tornare ad avere un ruolo sussidiario: non più un ruolo di proprietà ma di controllo e gestionale, una sorta di regia a tutela dei cittadini. Peraltro – aggiunge – stiamo parlando di interventi in grado di far muovere centinaia di milioni, se non di miliardi di euro, soprattutto nelle grandi città”.

Nel primo panel dell’incontro alla Camera, che inizierà alle ore 10.00, dopo l’apertura lavori da parte di Simone Baldelli, vice Presidente della Camera, si affronterà il tema Agenda 2030 Onu e global partnership privato/pubblico. Uno sguardo strategico. Parleranno Letizia Moratti, manager e imprenditore, Francesca Medda, docente dell’University College London, Mauro Magatti, sociologo ed economista, docente di sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica Milano e Andrea Ruckstuhl, imprenditore e direttore di Lend Lease. Moderatore sarà Antonio Polito, vicedirettore Corriere della Sera.

Nel secondo panel, intitolato Esperienze a confronto, emergerà un tema analogo ma distinto: quello delle Benefit Corporation o B-Corporation, introdotte a livello normativo in Italia lo scorso 22 dicembre all’interno della Legge di Stabilità. “Sono aziende – ricorda Antonio Palmieri – che, nel proprio atto costitutivo, si assumono la responsabilità di avere un comportamento etico nei confronti dei lavoratori, dei fornitori, dei clienti e dell’ambiente. Negli Usa le B-Corporation sono normate per legge in diversi Stati. L’azienda in questione continua a comportarsi da azienda e a puntare al profitto, ma in modo attento al mondo che al mondo che la circonda”. Oggi in Italia le B Corp sono una decina, (un elenco completo si può consultare sulla pagina dedicata all’Italia del sito delle B Corp europee a questo indirizzo). Il nuovo concetto d’impresa accomuna realtà molto diverse tra loro: si va da una startup come D-Orbit (che si occupa di tecnologie spaziali) alla Fratelli Carli SpA, produttori dell’omonimo olio.

►Benefit Corporation, le imprese “obbligate” a produrre benessere

A parlarne, al convegno al Camera sarà appunto, Lucio Carli, amministratore di Fratelli Carli Spa, che ha intrapreso la prima esperienza italiana di B-Corporation. Seguiranno Marco Morganti, presidente di Banca Prossima, la prima banca B-Corporation in Italia, Paola Bergamaschi Broyd, board member di Numbers for Good Ltd (BCorp) e investor in NewCoh, prima azienda di rigenerazione urbana partecipativa in Italia. Infine prenderà la parola Mario Calderini, delegato italiano della Task Force del G8 per la Social Impact Finance e docente di Social Innovation al Politecnico Milano. Modererà Maria Luisa Pezzali di Radio24

“Non è previsto alcun vantaggio fiscale per le B-Corporation – rimarca Palmieri – ma è un vantaggio in termini di comunicazione, una sorta di bollino o attestato da mostrare ai clienti, una scommessa sulla reputazione dell’impresa basata su un dato di realtà. Non esistono sanzioni per le B-Corporation che non si comportano come tali, ma la sanzione è sancita dalla brutta figura che potrebbero fare nel non rispettare il proprio impegno”.

Dopo aver fatto il punto su questi due temi – finanza a impatto sociale e B-Corporation – il terzo Panel, intitolato Istituzioni a confronto, vedrà raccolti i politici dei principali schieramenti: coloro che, dopo aver raccolto informazioni e pareri, e dopo aver riflettuto sugli argomenti, sono potenzialmente in grado di portare avanti sul piano legislativo.

Interverranno Mauro Del Barba, senatore del Partito Democratico e primo firmatario del disegno di legge sulle B-Corporation, poi assorbito nella Legge di Stabilità 2016, Giancarlo Giorgetti, deputato della Lega Nord e coordinatore intergruppo finanza etica, Maurizio Lupi, capogruppo Area Popolare, già coordinatore intergruppo sussidiarietà, e lo stesso Antonio Palmieri, coordinatore dell’intergruppo sussidiarietà. Modera Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Le conclusioni sono affidate a Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia.

“Non stiamo vivendo una banale crisi economica – conclude Palmieri – ma un vero e proprio travaglio. Di fatto è nato un nuovo mondo, all’interno del quale, da un lato, c’è l’innovazione tecnologica, dall’altro obbligo di battere strade nuove per trovare nuovi modi per servire il bene comune”.

[Economyup.it]


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