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Risoluzione Libia: un testo equilibrato

Antonio Palmieri

Scritto da Antonio Palmieri | 25 Marzo 2011 | Prima Pagina

Questo il testo su cui abbiamo impegnato il governo circa il da farsi in Libia: un testo equilibrato, che tiene conto della necessità di proteggere la popolazione libica e anche l’Italia, da ogni punto di vista.

  • adoperarsi per far emergere in tutte le sedi opportune il punto di vista dell’Italia e le circostanze che rendono possibile il suo sostegno all’intervento internazionale;
  • garantire, nell’ambito di un rigoroso rispetto della risoluzione Onu anche attraverso opportune iniziative politico diplomatiche e alla intimazione del cessate il fuoco, il ritorno più rapido possibile a uno stato di non conflittualità;
  • rappresentare nelle sedi proprie la necessità di assegnazione alla Nato del comando e del controllo delle operazioni militari e al fine di giungere a un coordinamento degli sforzi alleati;
  • assumere ogni utile iniziativa affinché le imprese europee impossibilitate ad onorare i contratti in essere in ragione delle sanzioni ONU e UE trovino una tutela negli articoli 10 e 12 del regolamento dell’Unione europea 204/2011, che rispettivamente prevedono le modalità per assicurare i pagamenti dovuti alle imprese europee in base a contratti precedenti l’entrata in vigore delle sanzioni e la preclusione di eventuali azioni legali per inadempimento contrattuale;
  • riattivare, non appena le circostanze e le decisioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU lo renderanno possibile, gli accordi bilaterali, in particolare quelli in materia energetica, stipulati dall’Italia con la Libia;
  • adoperarsi, nelle opportune sedi, in primo luogo in ambito NATO, affinché sia attuato, anche in ottemperanza di quanto previsto dalla risoluzione ONU 1973, l’embargo sulle armi nei confronti della Libia;
  • insistere, così come stabilito dai punti 6 e 7 del Consiglio affari esteri dell’Unione europea del 21 marzo 2011 richiamati in premessa, affinché l’Unione europea renda immediatamente operativa un’azione di pattugliamento del Mediterraneo in funzione di deterrenza e di contrasto alle organizzazioni criminali legate anche a gruppi terroristici e dedite al traffico di esseri umani, nonché in funzione di prevenzione migratoria e di assistenza umanitaria;
  • ottenere dai partners europei e dalla Commissione un apporto di mezzi, anche finanziari, per condividere l’onere della gestione degli sbarchi di immigrati, secondo quanto stabilito nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario dell’11 marzo scorso; 
  • attivarsi nelle sedi proprie affinché l’Europa si doti al più presto di un «sistema unico di asilo», che fin da subito preveda un sistema di burden sharing teso a redistribuire la presenza degli immigrati tra i paesi membri e fornisca una maggiore assistenza nelle operazioni di riconoscimento e identificazione di coloro che si dirigono verso le coste italiane;
  • adottare ogni iniziativa per assicurare la protezione delle popolazioni della regione, nello scrupoloso rispetto della risoluzione n. 1973 e delle relative prescrizioni;
  •  adottare ogni iniziativa necessaria per assicurare che l’Italia partecipi attivamente con gli altri paesi disponibili, ovvero nell’ambito delle organizzazioni internazionali di cui il Paese è parte, alla piena attuazione della risoluzione n. 1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto pericolo di attacco, ivi compresa la concessione in uso di basi sul territorio nazionale;
  • tenere costantemente informato il Parlamento.

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