Vai direttamente a:

Dalla posta per me/2 Detassare gli straordinari penalizza la famiglia?

Antonio Palmieri

Scritto da Antonio Palmieri | 12 Giugno 2008 | Prima Pagina

Ho ricevuto questo testo: il primo commento è la mia risposta…il presidente del Consiglio nella recente intervista rilasciata all’Osservatore Romano e Radio Vaticana ha ribadito esplicitamente che la detassazione degli straordinari starebbe nel solco tracciato a Sostegno della Famiglia (?!…).

E’ VERO…

E’ vero che l’unico modo efficace e strutturale per rilanciare l’economia è quello di invertire la deleteria tendenza demografica che caratterizza in modo così unico il nostro paese. E’ vero, dunque, che per fare ciò sarebbe urgente aiutare le famiglie più numerose, unica risorsa che cerca di compensare la crescita sottozero della popolazione italiana. Avere una famiglia ricca di figli, se vissuta in maniera responsabile, è una scelta difficile e molto impegnativa in termini di tempo e di denaro, ma è una grande risorsa per tutti (e perciò andrebbe da tutti aiutata), se non altro per il fatto incontestabile che una società a crescita zero (o sottozero come l’Italia) è una società senza futuro.

PERO’…

Chi ha molti figli e lo fa in modo responsabile, però, ha la giusta necessità di garantire tanta presenza e, per questo, deve limitare quanto più possibile l’assenza da casa. Per necessita e per scelta. Perché il tempo necessario alla gestione familiare e alla buona crescita dei fanciulli lo esige….
I bambini hanno bisogno di una presenza dei genitori assidua, frequente.
Non è vero che conta solo la qualità del tempo loro riservato. E’ necessaria anche la quantità.
Non è vero che basta uno dei genitori. La presenza contemporanea dei coniugi e l’armonia che ne contraddistingue la relazione è fondamentale e non può essere un episodio a cadenza settimanale.
Non è vero neppure che basta una presenza… assente e presa da mille altre faccende. I bambini hanno bisogno di momenti esclusivi, di una relazione personale e unica sia con mamma che con papà.
Quanto detto è facilmente condivisibile (seppur meno banale di quanto appaia), ma il tempo necessario per applicare questi principi aumenta a maggior ragione quando la famiglia è numerosa. Tanto che in questi casi spesso è pregiudicata o fortemente limitata la possibilità di trovare nel lavoro maggiori soddisfazioni economiche e professionali.

ERGO…

A che pro dunque questi provvedimenti? Per quale strana equazione una famiglia che per le nobili ragioni di cui sopra non può permettersi di fare straordinari dovrebbe essere di fatto esclusa dalle misure disposte per sostenerla?

Delle due l’una: quelle misure sono sbagliate oppure, in realtà, non sono rivolte al sostegno della famiglia.

Io credo che sia vera in modo particolare la seconda ipotesi. Ossia che queste misure siano spacciate per ciò che non sono.
Nonostante le dichiarazioni di Berlusconi, quella della detassazione degli straordinari è infatti evidentemente ed esclusivamente una misura economica (non so quanto efficace) che tende a limitare la recessione del PIL. Prova ne è il fatto che la neo presidente di Confindustria ha ringraziato con deferenza. Non è invece certamente una misura che premia le famiglie per la loro natura ed essenza.
E’ chiaro, infatti, che le famiglie più prolifiche non avranno alcun vantaggio dalla detassazione degli straordinari. Ma anche per le famiglie meno affollate, bisogna chiedersi: quali vantaggi sociali avranno quei figli dall’incentivazione allo stakanovismo dei genitori? Insieme all’innalzamento progressivo dell’età pensionabile che li priverà della presenza preziosa dei nonni, ora li vogliamo rendere sempre più orfani anche del tempo già esiguo loro dedicato da papà e mamma?
Nonostante non lo abbia votato, io non voglio nutrire pregiudizi assoluti verso questo governo. Ad esempio potrei essere lieto se dovesse dimostrare che l’adozione del Quoziente Familiare non era solo una promessa elettorale (ma ho paura che ci dovremo accontentare dell’inutile bonus bebé di cui sarò molto meno lieto).
Per il momento però non posso che constatare che la colonna dei provvedimenti in favore delle Imprese ha iniziato a collezionare voci, mentre quella a difesa della Famiglia e di rilancio della demografia è ancora vuota. Non posso che rilevare ancora una volta la tendenza a riempirsi la bocca di famiglia senza conoscerne le reali problematiche. La tendenza a ridurre tutto ad una mera questione economica senza considerare che la finanza deve essere al servizio della persona e della sua crescita umana individuale e collettiva.

Commenti

Continua

Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, si presta il proprio consenso all'utilizzo dei cookie.
Per maggiori informazioni sulle modalità di utilizzo e di gestione dei cookie, è possibile leggere l'informativa sui cookies.