Buona scuola…ma anche paritaria

Lettera pubblicata su Il Foglio….
Dopo mesi di attesa, ci siamo. Il decreto legge sulla “buona scuola” è alle porte.
Come intergruppo Sussidiarietà stiamo in queste ore rivolgendo al premier e alla ministra Giannini un appello: non c’è buona scuola senza scuola paritaria.

Siamo preoccupati perché di parità non si è mai parlato in tutti questi mesi. Eppure i dati del ministero non lasciano dubbi: se domani chiudessero tutte le scuole paritarie lo Stato dovrebbe spendere 6,3 miliardi in più all’anno. Nel 2015 i contributi statali ammonteranno a 472 milioni (erano 535 nel 2004!), continuando un trend di diminuzione che ha già provocato la chiusura di numerosissime scuole.

Ciò non rende buona la scuola. Come dice la nostra “ragione sociale”, noi parlamentari sussidiari affermiamo il principio che pubblico è il servizio, non chi lo eroga. In forza di questo principio e di quanto previsto dalla legge voluta nel 2000 dal ministro Luigi Berlinguer (governo D’Alema), chiedamo al governo di dare finalmente piena attuazione alla parità scolastica.

Come? Noi proponiamo uno strumento di democrazia fiscale, la detrazione dalla dichiarazione dei redditi della somma spesa per la scuola che i genitori scelgono per i propri figli.
Questo è il modo migliore per riconoscere la ricchezza del contributo prodotta dal pluralismo educativo (adeguatamente verificato secondo gli standard previsti dalla legge Berlinguer) e che ciò sia realizzato con lo strumento fiscale più democratico e sussidiario che c’è.

Di questo e di molto altro ancora ragioneremo in modo approfondito mercoledì 4 marzo, dalle 13.30, alla Camera, alla Sala della Regina, con il convegno “Scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria: passi condivisi per un cambiamento“.

Il titolo dice tutto. Lo svolgimento chiarirà che non siamo contro nessuno ma a favore di un riconoscimento della passione educativa di tutti coloro amano non la scuola, ma gli studenti, il singolo ragazzo o ragazza e il suo futuro.
Il tempo è maturo: la parità non è più il terreno di uno scontro ideologico o politico, ma di incontro, per contribuire a formare quel capitale che chiamiamo “umano” perché è una unione tra esseri umani, adulti e ragazzi, che insieme cercano il meglio per la propria vita.
Non è una visione astratta. E’ la condizione senza la quale la scuola non sarà mai davvero buona!

Antonio Palmieri, Guglielmo Vaccaro, Raffaello Vignali, coordinatori Intergruppo Sussidiarietà


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Commenti

Una risposta a “Buona scuola…ma anche paritaria”

  1. Avatar Loris Cavallo

    Penso che dopo il concorso nelle scuole primarie del 2008, dove per esempio in campania servivano 12000 cattedre e sono stati attribuiti al concorso 50000 vincitori, esportando il maestro infiltrato campano in tutta Italia, e i successivi per le scuole medie e superiori con lo stesso sistema, gli Italiani onesti e in superficie debbano avere il diritto e pari opportunità, con fondi e stessi costi ad avere una scuola privata, dove i docenti non siano infiltrati, ,figli di spacciatori napoletani, figli di contrabbandieri di sigarette di contrabbando o trafficanti di organi e armi, o qualsiasi altro business sporco di chi pensa di essersi civilizzato e rovinare ogni bando di concorso pubblico.
    In definitiva, una riforma, che veda i fondi pubblici, divisi a metà, e dividendo il monte della spesa delloo stato per pagare tutti gli insegnati, venga diviso al 65% per la pubblica e 35% per la privata, con la possibilità di ogni scuola, ad ogni livello e grado di avere sostenitori, finanziatori privati o qualsivoglia forma di autogestione finanziara, per evidenziare che gli assunti dal 2008 in poi, oltre a dover rimanere fino al 2045 belle scuole pubbliche, siano per davvero figli di gente disonesta e delinquenziale, con molte persone oneste che ne riconoscono la faccia e il puzzo di comando.
    Mi auguro quindi, che grazie ai legalizzati napoletani, si faccia presto una scuola privata con facile accesso per i miei futuri figli.

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