Ho ricevuto parecchie mail di sollecitazione e disappunto per la nuova trovata del governo per “regolare” Internet e i blog, contenuta nel disegno di legge sull’editoria licenziatoil 12 ottobre dal Consiglio dei Ministri.
Personalmente ritengo che per “governare” i blog bastino le leggi vigenti sulla diffamazione e il codice civile e penale per colpire i reati più gravi, dalla pedofilia in su.
Ciò detto, comprendo lo sgomento di molti ma invito anch’io tutti alla calma. Un governo come l’attuale non ha alcuna possibilità di far diventare legge (due passaggi in commissione e in aula minimo tra Camera e Senato, con contorno di audizioni, discussioni, emendamenti, ecc.) un disegno di legge come quello proposto dal sottosegretario Levi, che riguarda una materia così complessa e delicata. Ci vuole troppo tempo, e il governo Prodi il suo tempo lo sta finendo…
Internet Tax, una chimera senza futuro
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Commenti
7 risposte a “Internet Tax, una chimera senza futuro”
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Onorevole, lo auspichiamo tutti che il provvedimento non vada in porto, ma lei e i suoi colleghi dovete essere vigili…come non mai 😉
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E doveva essere “la serietà al governo”… ridicoli!
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L’art.21, dove lo vogliamo mettere?
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
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Gent.mo Sig. Palmieri,
mi porgo il Suo stesso augurio: che questo ddl non possa diventare legge, che non passi ne alla Camera ne al Senato. Ogni sito o blog se registrato con un dominio ha un intestatario perciò in caso di diffamazione ci vorrebbe davvero poco per sporgere denuncia, mi sembra che i mezzi ci siano già non c’è alcun bisogno di farci una legge ma credo che questa sia giusto una “scusante” quando il fine è tutt’altro.
Credo che in pochi abbiano pensato che far passare una legge di questo tipo metterà in serie difficoltà le società italiane di hosting perché tutti si rivolgerebbero all’estero e sarebbe un’ulteriore botta all’economia, ai posti di lavoro etc. Qui si respira ormai da tempo aria di regime, il governo avrebbe problemi + importanti da risolvere e a cui dare priorità ma forse la cosa più importante in questo momento è far tacere il popolo e la cosa oltre ad essere davvero vergognosa non è certo sinonimo di democrazia! -
non sarebbe male cogliere l’occasione per abolire l’ordine dei giornalisti e dare una risciaquatina al reato di diffamazione, che troppo spesso viene brandito come minaccia e ricatto a chi esprime opinioni.
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La cosa che mi infastidisce del comportamento del governo è sempre la stessa; la mancanza di garantismo quando i fatti coinvolgono la parte politica opposta. Loro si blindano ( vedi ddl per regolare i blog ed anche il trasferimento dei magistrati scomodi) quando invece si addensano nuvoloni a palazzo Chigi. E allora mi chiedo: cosa avrebbe dovuto fare Berlusconi quando i giornali riportavano le gravissime dichiarazioni di odio di Diliberto nei suoi confronti? Una legge per mettere al bando i quotidiani? Adesso che i blog scoprono tutte le magagne del governo e le rendono pubbliche, arriva la mannaia della censura. Altro che libertà! E giustificano sempre il tutto con il fatto che il “ddl con i limiti” serve per garantire regole uguali alla stampa per i giornali online. Si mascherano sempre dietro un atteggiamento di legalità. Quando Grillo & company si scagliavano con violenza contro le altre personalità politiche,tutto ok. Adesso che è arrivato il loro turno( giustificato dalla grave e inaccettabile gestione del paese), viene fuori il protezionismo staliniano.
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Speriamo che sia cosi’! Questo Governo sta dimostrando quotidianamente la sua incapacita’ di interpretare le attese anche di chi lo ha votato.
Sarebbe bello che questo svarione liberticida costituisca un’occasione per stimoarci a formulare proposte capaci di dimostrare la nostra attenzione, verso un modo di fare informazione veramente indipendente e libero.
Alla faccia di Freedom House e di chi parlando di Silvio Berlusconi ha ancora il coraggio di evocare pericoli per la democrazia.
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