I redditi dei parlamentari comaschi.

La provincia di Como del 12 marzo 2002
di Andrea Romoli

Roma – Con un reddito di oltre 637 milioni di lire Mario Alberto Taborelli, deputato comasco di Forza Italia, è il più ricco tra gli eletti nei collegi di Como, Lecco e Sondrio.
Il più povero, invece, è il lecchese Alberto Arrighi, deputato di Alleanza Nazionale, che non ha presentato la dichiarazione perché non ha guadagnato nulla.

Nella classifica, subito dopo Taborelli, c’è un altro deputato di Forza Italia, il milanese Maurizio Lupi, eletto a Merate. Ha un imponibile di circa 325 milioni ma una sola auto: una Polo del ’93. Per la campagna elettorale ha speso oltre 74 milioni, circa 20 in più del compagno di partito Taborelli.

Il terzo deputato di Forza Italia in graduatoria, Antonio Palmieri (pure milanese ma eletto a Cantù), ha dichiarato 157 milioni e una Fiesta del ’91.

Ben distaccato è il collega Giampietro Scherini, valtellinese: 66 milioni guadagnati e 10 spesi per farsi eleggere. Tra i ministri il più facoltoso è Carlo Giovanardi, emiliano ma eletto nel collegio di Lecco: 318 milioni, di cui 131 sborsati per la propaganda. Assieme alla moglie e ai fratelli, possiede due case a Modena e un terreno nella provincia.

Subito dopo arriva il lecchese ‘doc’ Roberto Castelli, ministro della Giustizia, che ha dichiarato oltre 310 milioni investendone poco meno di 50 per la sua elezione. Il Guardasigilli possiede due fabbricati a Castelraimondo e due comproprietà a Camerino e Porto Recanati, in provincia di Macerata. Assai più modeste le entrate del collega comasco Lucio Stanca, residente a San Fermo, responsabile dell’Innovazione tecnologica: poco più di 88 milioni. La lista dei suoi beni comprende solo auto: una Panda del ’94, una Uno del ’90, un Maggiolone del ’72 e una Triumph Tr3 del ’92. La moglie di Stanca, però, ha dichiarato la bellezza di 870 milioni.

Il più ricco dei leghisti, invece, è il deputato erbese Cesare Rizzi, che ha incassato oltre 280 milioni e ne ha spesi 37 per la propaganda.
Poi c’è il senatore valtellinese Fiorello Provera: 266 milioni, azioni di Mediobanca, Bipop Carire e Generali.
A lui la campagna elettorale è costata 32 milioni.
Chiudono il gruppo dei lumbard il deputato Ugo Parolo, di Colico (199 milioni e metà della società La. co s. r. l.) e il comasco Celestino Pedrazzini (109 milioni).
Completano questa breve rassegna Alessio Butti, deputato di An eletto nel collegio di Como, Graziano Maffioli (eletto a Cantù) dell’Udc e il lecchese Antonio Rusconi, popolare della Margherita.
Il primo è di gran lunga il più facoltoso: oltre 300 milioni. Per gli altri due, invece, è un duello all’ultimo spicciolo: Maffioli vanta 80 milioni, Rusconi 77.


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