Deportato e senza risarcimento. Una speranza per il Signor Canio

La Provincia di Como del 13 febbraio 2002
di Enrico Romanò

Promessa mantenuta. Antonio Palmieri, deputato eletto nel collegio di Cantù, presenterà oggi alla Camera un disegno di legge a favore dei militari italiani deportati in Germania durante la seconda mondiale.
Il caso dei soldati catturati e portati nei lager dagli ex alleati tedeschi era stato sollevato da Domenico Rutilo Canio, ottantenne di Intimiano che aveva vissuto la terribile esperienza sulla propria pelle.
L’anziano ex combattente aveva denunciato il più totale disinteresse nei loro confronti.
Poiché Hitler non aveva mai concesso loro lo status di prigionieri di guerra, la Germania non riconosce alcun diritto di indennizzo.
Il reduce si era detto amareggiato anche dall’indifferenza dello Stato italiano per quei giovani che avevano servito la Patria con enormi sofferenze.
Della vicenda si era interessato Palmieri che, dopo aver contattato Rutilo Canio, aveva garantito un intervento da parte del Parlamento.
«La proposta di legge vuole rendere onore al valore storico e morale di tutti quei militari che hanno servito il loro Paese e che poi sono stati internati in Germania – dice Palmieri – l’Italia non ha dimenticato il sacrificio della loro giovinezza».
Il disegno di legge prevede l’istituzione di una giornata della memoria a partire dal 20 settembre 2003 (data a partire dalla quale, nel ’43, sono cominciate le prime deportazioni) con la deposizione di corone all’Altare della Patria. Si chiede inoltre che tutte le famiglie dei reduci scomparsi prima del 15 febbraio 1999 ricevano dalle mani del Presidente della Repubblica una medaglia durante una cerimonia solenne.
Per tutti quelli ancora in vita (o agli eredi dei morti dopo il 15 febbraio 1999) è invece previsto un risarcimento complessivo di 40 milioni di euro. «Si tratta di una cifra poco più che simbolica – ammette Palmieri – ma di più sarà difficile ottenere».
Secondo i dati forniti dall’onorevole, i militari italiani schiavizzati in Germania furono 650 mila.
Di questi, 50 mila non sopravvissero ai lager.
I superstiti sarebbero oggi solo 80 mila.


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