Il cyberbullismo è segno di emergenza educativa e digitale

Il fenomeno del cyberbullismo “è il segno di una doppia emergenza. Emergenza educativa, frutto bacato di 60 anni di delegittimazione dell’autorità, della famiglia e della scuola. Emergenza digitale, legata al fatto che adulti e ragazzi non sono spesso consapevoli del male che possono fare digitando parole cattive sulla tastiera”.

A dirlo a Cyber Affairs è Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, componente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione e della Commissione di studio per la redazione di principi e linee guida in tema di garanzie, diritti e doveri per l’uso di internet.

Il tema del bullismo sul web sarà affrontato il 19 maggio presso la Camera dei deputati durante l’evento “Tutti insieme contro il cyberbullismo”. Cosa fare per contrastare questo fenomeno? Per Palmieri “bisogna continuare una potente azione educativa digitale e non solo, tutti insieme, come dice il titolo del convegno. Scuola, famiglie, imprese della rete, associazioni, ragazzi stessi. In definitiva, bisogna essere assolutamente fermi nel far capire ai ragazzi che sbagliano che stanno facendo del male. Con le parole e con adeguate sanzioni che aiutino a capire. Nella nuova legge sul cyberbullismo, che speriamo finalmente la Camera possa approvare entro fine giugno, non serve introdurre nuovi reati. I reati ci sono già tutti. Serve potenziare le possibilità di azione comune per proteggere le vittime, abbattere il fenomeno, perseguire chi sbaglia in un modo che sia realmente efficace”.

Nonostante ci sia ancora molto da fare in questo frangente, spiega il deputato, “non siamo all’anno zero. Da quasi dieci anni scuola, associazioni, imprese operano insieme per arginare questo fenomeno. Un esempio. È già possibile per i presidi disporre – al posto della sospensione dalla scuola per chi compie atti di bullismo, cyber o fisici non importa – che gli alunni bulli siano impegnati in attività sociali o di recupero di strutture scolastiche per un periodo di tempo utile a comprendere di aver sbagliato”.

La politica intesa come istituzioni nazionali, regionali e comunali – conclude Palmieri – ha avviato a questo proposito “plurime iniziative di diffusione di una cultura della prevenzione e attività di supporto per le vittime, in collaborazione con la polizia postale, con le associazioni, con i grandi attori della rete, come racconteremo domani al convegno”.

[Askanews]


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