Dalla posta per me/2 Detassare gli straordinari penalizza la famiglia?

Ho ricevuto questo testo: il primo commento è la mia risposta…il presidente del Consiglio nella recente intervista rilasciata all’Osservatore Romano e Radio Vaticana ha ribadito esplicitamente che la detassazione degli straordinari starebbe nel solco tracciato a Sostegno della Famiglia (?!…).

E’ VERO…

E’ vero che l’unico modo efficace e strutturale per rilanciare l’economia è quello di invertire la deleteria tendenza demografica che caratterizza in modo così unico il nostro paese. E’ vero, dunque, che per fare ciò sarebbe urgente aiutare le famiglie più numerose, unica risorsa che cerca di compensare la crescita sottozero della popolazione italiana. Avere una famiglia ricca di figli, se vissuta in maniera responsabile, è una scelta difficile e molto impegnativa in termini di tempo e di denaro, ma è una grande risorsa per tutti (e perciò andrebbe da tutti aiutata), se non altro per il fatto incontestabile che una società a crescita zero (o sottozero come l’Italia) è una società senza futuro.

PERO’…

Chi ha molti figli e lo fa in modo responsabile, però, ha la giusta necessità di garantire tanta presenza e, per questo, deve limitare quanto più possibile l’assenza da casa. Per necessita e per scelta. Perché il tempo necessario alla gestione familiare e alla buona crescita dei fanciulli lo esige….
I bambini hanno bisogno di una presenza dei genitori assidua, frequente.
Non è vero che conta solo la qualità del tempo loro riservato. E’ necessaria anche la quantità.
Non è vero che basta uno dei genitori. La presenza contemporanea dei coniugi e l’armonia che ne contraddistingue la relazione è fondamentale e non può essere un episodio a cadenza settimanale.
Non è vero neppure che basta una presenza… assente e presa da mille altre faccende. I bambini hanno bisogno di momenti esclusivi, di una relazione personale e unica sia con mamma che con papà.
Quanto detto è facilmente condivisibile (seppur meno banale di quanto appaia), ma il tempo necessario per applicare questi principi aumenta a maggior ragione quando la famiglia è numerosa. Tanto che in questi casi spesso è pregiudicata o fortemente limitata la possibilità di trovare nel lavoro maggiori soddisfazioni economiche e professionali.

ERGO…

A che pro dunque questi provvedimenti? Per quale strana equazione una famiglia che per le nobili ragioni di cui sopra non può permettersi di fare straordinari dovrebbe essere di fatto esclusa dalle misure disposte per sostenerla?

Delle due l’una: quelle misure sono sbagliate oppure, in realtà, non sono rivolte al sostegno della famiglia.

Io credo che sia vera in modo particolare la seconda ipotesi. Ossia che queste misure siano spacciate per ciò che non sono.
Nonostante le dichiarazioni di Berlusconi, quella della detassazione degli straordinari è infatti evidentemente ed esclusivamente una misura economica (non so quanto efficace) che tende a limitare la recessione del PIL. Prova ne è il fatto che la neo presidente di Confindustria ha ringraziato con deferenza. Non è invece certamente una misura che premia le famiglie per la loro natura ed essenza.
E’ chiaro, infatti, che le famiglie più prolifiche non avranno alcun vantaggio dalla detassazione degli straordinari. Ma anche per le famiglie meno affollate, bisogna chiedersi: quali vantaggi sociali avranno quei figli dall’incentivazione allo stakanovismo dei genitori? Insieme all’innalzamento progressivo dell’età pensionabile che li priverà della presenza preziosa dei nonni, ora li vogliamo rendere sempre più orfani anche del tempo già esiguo loro dedicato da papà e mamma?
Nonostante non lo abbia votato, io non voglio nutrire pregiudizi assoluti verso questo governo. Ad esempio potrei essere lieto se dovesse dimostrare che l’adozione del Quoziente Familiare non era solo una promessa elettorale (ma ho paura che ci dovremo accontentare dell’inutile bonus bebé di cui sarò molto meno lieto).
Per il momento però non posso che constatare che la colonna dei provvedimenti in favore delle Imprese ha iniziato a collezionare voci, mentre quella a difesa della Famiglia e di rilancio della demografia è ancora vuota. Non posso che rilevare ancora una volta la tendenza a riempirsi la bocca di famiglia senza conoscerne le reali problematiche. La tendenza a ridurre tutto ad una mera questione economica senza considerare che la finanza deve essere al servizio della persona e della sua crescita umana individuale e collettiva.


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5 risposte a “Dalla posta per me/2 Detassare gli straordinari penalizza la famiglia?”

  1. Avatar Mack
    Mack

    Come sempre …
    si può fare di più per le famiglie ?? certo che si.
    Verranno mantenuti gli impegni della campagna elettorale ?? me lo auguro vivamente e non ho motivo per dubitarne.
    Detassare gli straordinari a mio parere è un provvedimento giusto, accolto con favore da chi li straordinari li fà da tempo vedendosi RUBARE parte del suo lavoro extra (e quindi per definizione pesante e faticoso più dell'ordinario) dallo stato. Senza ombra di dubbio questo incentiverà i lavoratori a fare straordinari e alle imprese a richiederli. Tutto ciò porterà arricchimento dei lavoratori e aumento di produttività delle imprese. Sono 2 ottimi risultati a mio modo di vedere. Concordo appieno che non può essere considerato un intervento risolutivo per gli aiuti alla famiglia o ai lavoratori. Ma di sicuro aiuta sia i lavoratori, e quindi le famiglie, che le imprese, con le rispettive famiglie.

    Come nota a margine vorrei dire, far rifiorire le imprese, appassite con il precedente governo, è un modo per aiutare i lavoratori e le famiglie. Le imprese che vanno male son costrette a ridurre i lavoratori per non andare in perdita, in questo modo è la società tutta ad andare indietro, bisognerebbe pensarci prima di alzare barricate ideologiche del secolo passato coniugate sul dualismo Lavoratore/Padrone. Bisogna lavorare in sinergia, altrimenti l'Italia verrà superata anche dalla più insignificante nazione.

  2. Avatar franco
    franco

    Continuo a non capire perché i provvedimenti in questione parlino solo del “lavoro” privato. Perché chi lavora bene nella Pubblica Amministrazione non viene preso in considerazione? Conosco bene i tanti privilegi dell’impiegato pubblico e mi rendo conto che un metodo obiettivo per giudicare il lavoro è ancora lontano dal poter essere applicato. E’ bene però che si abbia consapevolezza che se la Pubblica Amministrazione, malgrado tutto, continua a funzionare, è perché c’è un “gruppo” di persone che fa molto di più di quanto dovrebbe, anche se all’insaputa degli stessi dirigenti e nel più assoluto scollamento con il Ministero di riferimento.   Quanto al bonus bebè mi permetto di immaginare che, discernendo, si potrebbe fare di più. Una famiglia in cui i genitori lavorano entrambi, magari nella pubblica Amministrazione, con un ruolo di Direttore, per quanto non troppo pagati, arrivano comunque alla fine del mese con 3500 – 4000 euro. Certo che i mille euro una tantum fanno comodo. In un’altra famiglia, in cui lavora il solo marito, e magari in una fascia inferiore, ad esempio la B, lo stipendio sarà di 1000 – 1200 euro. Probabilmente, con un atto di generosità, ma anche di acume da parte del Governo, si potrebbe non dare niente alla famiglia con 3500 euro e dare 2000 euro alla famiglia con 1000 euro al mese. Insomma credo che occorra scegliere per non essere accusati di demagogia.

  3. Avatar Davide Sarti
    Davide Sarti

    Sono l'autore della lettera ed apprezzo l'on. Palmieri per la pubblicazione. Un po' meno per il suo commento che mi pare sinceramente non risponda ai quesiti posti. Particolarmente sapendo che uno dei link pubblicizzati sul suo sito è quello dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose la quale si è espressa ufficialmente e pubblicamente sulla mia stessa lunghezza d'onda (vedi http://www.avvenireonline.it/Famiglia/Lettere/20080530.htm). Pur nel dissenso su questo specifico, le auguro di avere successo nel Suo dichiarato impegno in favore della  famiglia e di riuscire ad emergere con qualcosa di davvero concreto, innovativo e strutturale tra le miriadi di promesse non mantenute che su questo tema si sentono da destra come da sinistra. Cordialmente. 

  4. Avatar urtic
    urtic

    da http://www.movisol.org

    Senatori USA cercano di arginare la speculazione petrolifera

    12 giugno 2008 – Il 2 giugno si sono tenute al Senato le udienze sull’impennata dei prezzi del petrolio e il prof. Michael Greenberg dell’Università del Maryland ha riferito agli esponenti della Commissione Commercio del Senato che il 35% dei future di Intermediate Crude del West Texas trattati negli USA sono finiti nel “mercato nero”, quello in cui non ci sono regole di sorta ma è completamente controllato dagli inglesi.

    All’inizio della seduta la sen. Maria Cantwell ha detto: “L’America può rimanere sorpresa dall’apprendere che i nostri mercati dei future petroliferi sono stati sostanzialmente deregolamentati dalle decisioni prese a porte chiuse dalla U.S. Commodity Futures Trading Commission (CFTC). Questa ‘scappatoia di Londra’ insieme alla ‘scappatoia del Dubai’ tengono allo scuro importanti fette del mercato dell’energia. E senza una giusta luce, i manipolatori hanno troppo spazio di manovra”.

    Riferendosi alla stessa agenzia di controllo governativa statunitense CFTC un altro testimone ha detto “si è inginocchiata di fronte agli inglesi” quando ha permesso che una grossa parte della speculazione sui future del mercato petrolifero USA sia “regolamentata” dalle autorità di Londra e del Dubai, invece che da quella Americane.

    Il 25 maggio la sen. Maria Cantwell e 22 colleghi senatori hanno sottoscritto una lettera in cui si chiede al CTFC di chiudere “la scappatoia di Londra”. Il presidente Walter Lukken ha risposto il 29 maggio assicurando di prendere iniziative, in autunno! Ma questo scambio epistolare da solo è bastato a frenare la folle corsa al rialzo dei prezzi, ha spiegato Greenberger, che sono passati dai 135 ai 125 dollari. A conclusione della seduta la sen. Cantwell ha detto “adesso ci saranno tanti firmatari in più e sono convinta che il CFTC prenderà le misure richieste dall’economia e dalla moralità della popolazione americana”. In caso contrario ha detto che il senato interverrà per imporre con la legge al CFTC di agire.

    “La scappatoia di Londra” dietro l’aumento del petrolio

    Quando il petrolio raggiungerà i 200 dollari al barile non sarà colpa dei cinesi che vogliono avere l’automobile ma degli speculatori di Londra, hanno spiegato gli esperti alla Commissione Commercio del Senato USA il 2 giugno. Gli esperti hanno confermato che i prezzi petroliferi sono stati spinti in alto dagli speculatori del mercato off-shore delle materie prime che fa capo a Londra, sotto la supervisione delle autorità britanniche, evidentemente consenzienti. A questo fenomeno è stato dato il nome di “scappatoia di Londra”.

    Gli esperti ascoltati hanno spiegato che il 35% dei future sul greggio chiamato “West Texas Intermediate” sono trattati sulla piazza di Atlanta, in Georgia, presso la Intercontinental Exchange (ICE) attraverso una sussidiaria di Londra, la International Petroleum Exchange. Quest’ultima fu fondata nel 1980 da un gruppo di speculatori del settore energetico e delle materie prime e fu poi fusa con la ICE nel 2001. Giuridicamente è un off-shore del mercato di Londra sotto la supervisione della British Financial Services Authority (FSA) ed è pertanto al di fuori della giurisdizione della Commodities Futures Trading Commission (CFTC)!

    Il prof. Greenberger ha spiegato che nei mercati off-shore controllati dai britannici, un gruppo di banche e di hedge funds “stanno continuando e replicando il crac dei ‘subprime’, con tutti i loro derivati, sui mercati delle materie prime”. Secondo Greenberger circa il 70% dei future del petrolio trattati negli USA sono pura speculazione e il 30% sono fatti da Goldman Sachs, Morgan Stanley e JP Morgan Chase. Greenberger ha aggiunto molto ironicamente che si capisce come mai chi controlla il prezzo del petrolio “abbia previsto” che passerà dai 130 ai 200 dollari il barile.

    Le stesse banche ed hedge funds acquistano inoltre grandi quantità di prodotti petroliferi e li tengono fuori dal mercato mentre spingono il dollaro al ribasso, in maniera da spingere al rialzo i prezzi petrolieri. Queste operazioni di incetta non sono solo speculazione, ma manipolazione dei mercati, un fenomeno che è negato dalla CFTC e dalla SEC. Ma “il maggior proprietario di gasolio da riscaldamento nel Nordest è la Morgan Stanley” ha riferito Greenberger.

    La FSA britannica ha inoltre consentito a queste banche ed hedge funds di designarsi come traders “commerciali” piuttosto che “finanziari” — presentandosi cioè come se fossero compagnie aeree o distributori di carburanti che hanno bisogno di acquistare prodotti petroliferi a termine, cioè con futures. Di conseguenza non ci sono limiti alle posizioni speculative che essi finiscono per assumere.

  5. Avatar Antonio Palmieri

    Ringrazio per la critica e rispondo:

    a) La detassazione riguarda non solo gli straordinari ma anche i premi di produzione: si premia non solo chi lavora di più (e oggi molti genitori già fanno straordinari proprio per i figli) ma anche chi lavora bene (e così non si sottrae ulteriore tempo alla famiglia).

    b) Detassazione, abolizione ICI e possibilità di alleggerire la rata del mutuo sono tre provvedimenti che da subito alleviano le difficoltà economiche delle famiglie (specie quelle numerose e a reddito medio basso), facendo loro risparmiare denaro (ICI e mutuo) o dando modo di averne un po' di più.

    c) Chiederei alle famiglie che nel 2004, 2005 e 2006 hanno avuto il bonus bebè se lo hanno giudicato inutile o se invece non è servito per quelle spese immediate e una tantum (passeggino, culla, fasciatoio, ecc,) che però incidono in modo forte su bilanci familiari già "complicati".
    Ricordo che il governo Prodi ha tolto il bonus, senza rimpiazzarlo con altre misure.

    d) Chi lo dice che ciò aiuta le imprese a lavorare meglio sia per forza contro i lavoratori?

    Attendiamo ora i prossimi provvedimenti, DPEF e finanziaria e giudichiamoli per quello che saranno in concreto.

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