Il nobel a Capecchi e la solita scientifica disinformazione.

Ieri sera, in aereo, ho letto sul Foglio un articolo che commentava i commenti di quasi tutti i giornali sul nobel a Capecchi, commenti nei quali si affermava che in Italia, a causa della legge sulla fecodnazione assistita, Capecchi non avrebbe mai potuto fare le sue ricerche, perchè proibite. La realtà è ben diversa, come si legge nella riflessione di Ferrara “Il topo da laboratorio. Davvero pensate che in Italia la ricerca sugli embrionali animali è vietata?”. In Italia è proibita solo la sperimentazione sull’inizio della vita dell’essere umano, l’embrione. Ogni altra ricerca è possibile, Capecchi avrebbe potuto vincere in Nobel anche lavorando da noi. Altro che divieto alla libertà di ricerca scietifica. Qui, come al solito, di scientifico c’è solo la costante disinformazione…


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3 risposte a “Il nobel a Capecchi e la solita scientifica disinformazione.”

  1. Avatar FABIO
    FABIO

    Nell’occasione si è ribadito che i nostri migliori cervelli emigrano perchè non si destinano sufficiernti risorse alla ricerca. Rimanga, allora, la destinazione del 5 per mille dell’irpef a questo scopo. E poi: dal momento che non passa mese che nelle piazze, in tv e quant’altro si realizzino impòortanti iniziative di raccolta per la ricerca, si può sapere a quanto ammontano tutti questi proventi, dove sobno effettivamente destinati e con quali risultati verificati? Grazie.

  2. Avatar Antonio
    Antonio

    E’ che oggi chi scrive sui giornali copia da altri giornali che copiano da altri giornali che copiano da internet.
    E poi non c’è niente di più rassicurante che credere nelle dicerie.
    Lo dice anche una ricerca tedesca dell’istituto di Plön in Germania pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS – secondo cui “due persone su tre credono il gossip una fonte per apprendere nuove cose: non importa se i pettegolezzi alla fine siano veri o meno. Diventano la realtà”.

  3. Avatar Mauro

    “Qui, come al solito, di scientifico c’è solo la costante disinformazione…”

    Quoto al 100%!
    Certi giornali hanno da tempo perso il contatto con la realtà.
    Basta tornare a leggere cosa dicevano Corsera e Rep prima del referendum contro la legge 40… e quella “botta” non sembra essere bastata.

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