Unioni civili. Il diritto del più forte contro quelli dei più deboli: bambini e donne

Presidente, noi in quest’Aula oggi e nei prossimi giorni, dove in realtà parleremo ben poco, non stiamo parlando di diritti civili: noi qui oggi – anzi, voi qui oggi – celebrate la forza degli adulti che con la forza del denaro possono comprare e produrre un figlio che realizzi un loro presunto diritto, appunto diventare genitori. Voi qui celebrate – e lo vedremo con la questione di fiducia – l’affermazione del diritto del più forte ai danni del più debole; e infine con la questione di fiducia voi celebrate l’arroganza di un Governo che qui alla Camera ha una straordinaria forza parlamentare, e che non fidandosi dei propri parlamentari utilizza la questione di fiducia, che in realtà è una mozione di sfiducia in primis contro i deputati e le deputate del Partito Democratico.

  Dicevo che non parliamo di diritti civili, così come non parliamo d’amore: non parliamo d’amore semplicemente perché lo Stato non legifera sull’amore. L’amore un fatto intimo e personale, che attiene alla libertà degli individui, delle donne e degli uomini, e lo Stato legifera su ciò che ha un’utilità per la società, e legifera a tutela dei più deboli: per questo oggi noi non parliamo di amore e non parliamo dei diritti civili, perché la vera questione che è qui dentro e che divide il Parlamento, e ancor di più divide il Paese, è il confronto tra chi vuole tutelare i diritti dei soggetti più deboli, che sono i bambini e le donne in questo caso, e chi invece con questa norma tutela i diritti dei più forti.

  Proprio come ha ricordato nel suo intervento qualche ora fa la mia collega e amica Elena Centemero, non esiste il diritto ad avere un figlio: non esiste semplicemente perché non può esistere il diritto a possedere un’altra persona, che in questo caso diventa addirittura il diritto a produrre un’altra persona. E allora vedete, noi di questo parliamo: noi parliamo del desiderio degli adulti di avere un figlio che prevale sul diritto del bambino ad avere una madre e un padre. Questa è semplicemente la questione della quale ci stiamo occupando !

  E che ogni bambino abbia il diritto ad avere una madre e un padre proviene da due evidenze che sono incontrovertibili, appunto perché sono evidenze: la prima evidenza è che ognuno di noi non si è fatto da solo; la seconda evidenza, che consegue la prima, è che ognuno di noi è stato generato da una madre e da un padre, da una donna e un uomo. Dal che si deduce evidentemente, Presidente Baldelli, che è la natura ad essere omofoba !

  Da queste due evidenze deriva, peraltro, il principio cardine dell’adozione: quello di dare una famiglia ad ogni bambino, e non viceversa; proprio perché, come ho ricordato prima, non esiste il diritto al figlio, non esiste il diritto a possedere un’altra persona o a produrla. Voi invece con questa legge avete costruito un matrimonio sotto falso nome: l’unione civile tra persone omosessuali infatti si celebra come un matrimonio, ha gli stessi diritti e doveri del matrimonio, si scioglie come un matrimonio; avete inserito pari pari, copia incolla, due su tre degli articoli del codice civile che ciascuno di noi quando si è sposato, in comune o in chiesa poco importa, si è sentito leggere. Avete tolto unicamente il terzo, quello che riguardava la fedeltà: questo sì un gesto veramente discriminatorio verso le persone omosessuali, che peraltro però è in linea con l’azione di demolizione del matrimonio che avete effettuato con il divorzio breve e con tutta una serie di norme che hanno minato alla radice il tentativo di fare del matrimonio un’avventura che sia per sempre.

  Non l’avete chiamato matrimonio anche perché avevate paura del fatto che in tutti i sondaggi la stragrande maggioranza degli italiani si dichiara contro il matrimonio omosessuale e contro l’adozione alle coppie gay; e così, per questi motivi, avete fabbricato questa norma, che apre la strada a due conseguenze inevitabili: la prima, l’incentivazione al ricorso della pratica dell’utero in affitto effettuata all’estero; la seconda, ricorsi in Italia e in Europa per la «discriminazione» esistente tra le coppie sposate eterosessuali e quelle omosessuali in tema di adozione. Essendo che non c’è alcuna differenza tra il matrimonio delle coppie eterosessuali e il matrimonio delle persone omosessuali, non si capisce perché tale differenza dovrebbe riguardare anche l’adozione.Pag. 79

  Infatti, questo è il terzo punto fondamentale, perché la questione è che il matrimonio in sé presuppone i figli e in una coppia omosessuale i figli non possono essere generati, ma solo prodotti, e ciò avviene comprando pezzi di corpo umano altrui, affittando per nove mesi utero e corpo di una donna, producendo un figlio, programmaticamente orfano di madre o di padre.

A questo riguardo io voglio citare un pezzo dell’intervento della collega Stefania Prestigiacomo di mercoledì scorso quando abbiamo discusso la mozione, appunto, contro l’utero in affitto. Dice Stefania: «La pratica della maternità surrogata riguarda diritti umani e temi etici, in gioco c’è la vita e la dignità delle donne secondo il principio universale della indisponibilità del corpo umano. L’acquisto, la vendita o l’affitto dello stesso, dunque, sono fondamentalmente contrari al rispetto della sua dignità. La mercificazione del bambino e la strumentalizzazione del corpo della donna sono anch’essi contrari alla dignità umana e quindi inaccettabili», dice la Prestigiacomo. «La nostra contrarietà si basa tra l’altro su un dato scientifico: la donna non può essere considerata uno strumento di produzione, perché semplicemente non è un vettore meccanico. Studi approfonditi dimostrano come ci sia un innegabile sostanziale scambio cellulare tra la madre e il bambino, i tessuti si influenzano vicendevolmente. Durante la gravidanza non è infatti solo la madre a donare parte di sé al bambino che porta in grembo, ma accade anche il contrario». Continua Stefania Prestigiacomo: «Da un punto di vista biologico, infatti, ciò che accade durante i nove mesi di gravidanza è un vero e proprio miracolo, perché i due corpi, uno già adulto e uno in via di formazione, si scambiano vicendevolmente materiale cellulare. Ebbene, la pratica della maternità surrogata tende a spezzare fino a negare questo legame, progettando a freddo la nascita di un orfano», fine della citazione. Io mi sarei aspettato dai colleghi del PD e dai colleghi di Sinistra Italiana una presa di posizione su questo. Mi sarei aspettato che la sinistra, che dice sempre di essere dalla parte dei più deboli, stesse realmente, su questo, dalla parte dei più deboli e, invece, no. Dico una cosa che ho già detto in Commissione, lo dico per estrema chiarezza, io non posso che augurare e auguro di tutto cuore ogni bene alle coppie etero o omosessuali che decidono di affrontare insiemePag. 80un legame stabile per il presente e per il futuro, così come auguro ogni bene a tutti i bambini che sono stati, purtroppo – io dico – prodotti nel modo che ho appena descritto, ma che sono qui – alcuni sono anche figli di nostri colleghi –, non si può che augurare, per il rispetto della vita, di ogni vita umana, a loro, di vivere una vita felice, ma questo non toglie il problema. Il problema è evitare che accada di nuovo questo tipo di produzione di essere umani. Quello che a noi preoccupa, appunto, come ho già detto, più volte, in Commissione è il modo con il quale saranno prodotti in futuro questi bambini che è quello che ho descritto prima e che ho rinvigorito citando le parole della collega Prestigiacomo.

Noi avevamo proposto, in Commissione, un emendamento che puniva anche in Italia la pratica dell’utero in affitto praticata all’estero; voi avete votato contrario. Era una modifica circoscritta, non modificava l’impianto politico e culturale della norma, al Senato sarebbe passata nel giro di una settimana, essendo un’aggiunta al testo, non una rimessa in discussione del testo; su questa norma avreste avuto una maggioranza ancora più ampia di quella che avete avuto qualche settimana, qualche mese fa, eppure avete scelto di votare contro questo emendamento che avrebbe, con assoluta certezza, detto da che parte stavate cioè dalla parte dei più deboli, delle donne e dei bambini.

  Un ultima questione, Presidente Baldelli, è la questione, più politica, del voto di fiducia.

  Come ho già detto prima, voi qui alla Camera avete numeri stratosferici, straordinari che vi mettono al riparo da ogni tipo di preoccupazione, eppure, appunto, avete scelto di porre la questione di sfiducia… anzi di fiducia che, appunto, in realtà è una mozione di sfiducia nei confronti delle parlamentari e dei parlamentari del Partito Democratico, avete scelto di impedire all’Aula di dibattere e di votare, avete scelto di occultare, agli occhi dell’opinione pubblica, quello che sta realmente avvenendo. Su questo punto, per la prima volta, come già altri colleghi hanno ricordato, un Governo pone la fiducia, in questo caso, purtroppo, la ripone, la pone per la seconda volta, su provvedimenti che riguardano la natura etica, non era mai successo nel nostro Paese. Peraltro, il Governo Renzi ha il record delle questioni di fiducia avendo approvato il 31 per cento dei propri provvedimenti attraverso questa modalità, ma è evidente che qui non siamo davanti a una fiducia come le altre e che questa fiducia, unitamente a tutte le motivazioni che ho cercato prima di illustrare, non può che portare Forza Italia a un voto contrario, sia sulla fiducia – e questo  a va sans dire – sia nel merito del provvedimento, e a utilizzare tutte le possibilità, le pochissime possibilità che avremo in queste ore che ci separano dal voto di fiducia, per ribadire i nostri convincimenti.


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