Sul Foglio di ieri, nelle lettere al direttore, c’era questa di Francesco Agnoli: “Pensando a Eluana il sangue ribolle, soprattutto perchè dietro di lei si muove un mondo intero che rivendica l’animalità e la morte della carità verso il prossimo, come una legge di natura, di cui non si può fare a meno.
Basi questa citazione da Umberto Veronesi (Il diritto di morire, Mondadori, 2005): “Forse molti ricordano un libro affascinante di Hans Ruesch, “Il pane delle ombre lunghe”, che racconta la vita degli eschimesi.
Quando la vecchia madre, ormai priva di denti, capisce che non può più nemmeno essere utile per ammorbidire le pelli di foca masticandole e che rappresenta la classica bocca in più (sic!) nel gruppo di poverissimi cacciatori…accetta per tacita intesa di farsi lasciare indietro sulla sterminata distesa di neve, e accoglie con riconoscenza e senza amarezza le poche provviste che i giovani possono lasciarle.
Nella scena c’è tutta l’accettazione delle leggi di natura, che sono più forti dei sentimenti e cui occorre obbedire se non si vuol perire” (pp.28-29).
Muoiono così millenni di civiltà: speriamo che ci siano alcuni che invece di guardare i barbari che invadono l’impero urlino il loro sdegno con la massima forza.”