Trenta deputati in difesa di Andrea Longo

Anch’io ho aderito alle Interrogazioni in difesa del campione azzurro degli 800 metri piani
del 21 gennaio 2002

Con piacere ho aderito alla iniziativa del collega della Margherita Andrea Colasio, che ha portato il “caso Longo”, il mezzofondista Veneto squalificato per due anni per doping in Parlamento.

Longo dopo aver assunto un integratore, autorizzato e notificato alla vendita dal ministero della sanità, era riscontrato positivo ad un controllo antidoping. La quantità della sostanza trovata nelle urine di Longo era una quantità talmente minima da non poter produrre nessun effetto positivo sulla prestazione fisica dell’atleta.

“L’antidoping – ha spiegato l’atleta – ha dimostrato che avevo una positività di pochissimo sopra la soglia (3.6 contro un massimo di due nanogrammi per millimetro ) Perchè mai avrei dovuto doparmi in maniera cosi stupida? Il Nandrolone è la più vecchia e conosciuta sostanza dopante riconosciuta facilmente anche dai più rudimentali test antidoping. L’integratore della società americana Ultimate Nutrition è stato venduto fino ad ora, in libera vendita, in tutte le farmacie del territorio nazionale. Qualsiasi sportivo poteva procurarsi quel prodotto.”.

Da un esame attento, su uno dei campioni sigillati, eseguito da uno dei maggiori laboratori di analisi di sostanze per lo sport, quello di Colonia, è risultato che l’integratore conteneva una sostanza inquinante, il norandrostenedione un metabolità del nandrolone sostanza pericolosa e ritenuta dopante. Molto probabilmente la sostanza è stata introdotta per un errore di fabbricazione.

L’etichetta di questo integratore il BCAA non conteneva nessuna indicazione che potesse far pensare alla presenza del nandrolone nel prodotto. Questo a grave danno di tutti gli sportivi sia professionisti che semplici corridori della domenica che potrebbero, inconsapevolmente, aver fatto uso del nandrolone.

Longo non ha mai fatto mistero sull’utilizzo di questo integratore. La sua sicurezza derivava dal fattoi che la società che lo produce, è sponsor e distributore ufficiale di molte società sportive di alto livello tra cui il Benetton Rugby Treviso, la Nazionale di Baseball e Softball e ha come testimonial numerosi campioni come il bronzo ai pesi massimi alle olimpiadi di Sydney, atleti della Nazionale sci Alpino, il primatista italiano sci alpino, il pluricampione italiano Lancio del disco e molti altri atleti di grosso calibro.

Anche la sentenza di squalifica ha sollevato Andrea Longo da una responsabilità oggettiva, definendo la responsabilità dell’atleta limitata al fatto che “ogni atleta è responsabile di ciò che ingerisce” limitandosi a dare la responsabilità a terzi. Rimane però la assurda squalifica a due anni dal mondo delle gare, squalifica senza precedenti, mai applicata neanche ai casi più gravi. Questa sentenza di primo grado della Fidal è quasi cinque volte maggiore a quella inflitta allo juventino Davids.

E’ proprio a questa sentenza che noi trenta deputati (guidati dall’On. Colasio) ci opponiamo, chiedendo che la questione si risolva seguendo la logica del buon senso. Resta da appurare come con quali procedure vengano rilasciate le autorizzazioni alla vendita di questi prodotti. Chiediamo maggiori controlli, soprattutto sui prodotti sportivi, che hanno un potenziale bacino di utenza costituito da quasi un terzo della popolazione.

Proprio questo oggetto hanno le due interrogazioni Parlamentari che abbiamo presentato al sottosegretario allo Sport Pescante e al Ministro della Salute Sirchia. Dobbiamo fare di tutto perché i giovani atleti non assumano per sbaglio sostanze dopanti con l’assenso del ministero della Sanità, sarebbe una responsabilità imperdonabile. Dobbiamo predisporre periodici e rigorosi controlli su questi prodotti, magari caricando sulle società produttrici l’onere derivante dalle analisi.

Ora Andrea Longo vittima incolpevole di questo malinteso rischia di non poter partecipare alle gare fino al 2003 e di vedersi escludere d’ufficio dalla squadra atletica della Polizia di Stato. Aspettiamo adesso il secondo grado di giudizio e le risposte del sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo sport Pescante e del ministro della salute Sirchia. Speriamo che questa volta prevalga il buon senso.


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