Come incentivare la lettura in Italia

Intervento in commissione durante l’audizione del sootosegretario all’editoria Paolo Bonaiuti
del 24 luglio 2002

Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti per la sua relazione. Il mio intervento si concentrerà sull’argomento della lettura, con una breve appendice riguardante Internet.
Sulla lettura sia la maggioranza sia l’opposizione sono d’accordo che si tratta di una grande opera, che si aggiungerà all’elenco delle grandi opere che il Governo e la Commissione sono chiamate a realizzare nell’arco dei restanti quattro anni di legislatura, attraverso tre tipologie di intervento: dall’alto, dal basso, e dal medio. La politica interviene dall’alto, la società dal basso, e nel medio – in medio stat virtus, anche se mi piacerebbe che nei mass media stesse la virtus – si interviene con i media innovativi e tradizionali per incentivare la lettura.

Le richieste degli onorevoli Colasio e Giulietti troveranno le loro risposte dalla legge sul libro, che non è una chimera, e che sarà in arrivo alla ripresa dei lavori della Camera.
Il sottosegretario Bonaiuti ha evidenziato il ruolo della scuola; a tale riguardo mi limito a sottolineare che il ministro Moratti ha già compiuto interventi per migliorare e potenziare i luoghi di lettura nelle scuole, attrezzandole con spazi accoglienti per le letture dei ragazzi, e per formare i docenti nell’introduzione degli studenti verso il piacere della lettura. A tal proposito sono state finanziate direttamente 500 scuole, con l’assegnazione di contributi per lo sviluppo di spazi moderni ed attrezzati per la lettura, affinché siano laboratori attivi e multimediali; ad esse si sono aggiunte altre 300 scuole consorziate, che nelle intenzioni del ministero costituiranno un network nazionale, primo punto di riferimento e sostegno per i tanti progetti di lettura avviati in altri istituti scolastici del paese. Ho scoperto tale iniziativa avendo avuto il piacere di partecipare al Salone del libro di Torino, sostituendo il nostro presidente ad un convegno; mi sono documentato sulla materia e devo dirvi che io stesso ne ignoravo l’esistenza.

Per quanto riguarda l’intervento dal basso, conformemente alla nostra impostazione politica e culturale, esistono attività di case editrici piccole e grandi, di enti ed istituzioni piccole e medie del paese, per il sostegno alla lettura, come i “presidi del libro”, presenti nelle regioni meridionali, e particolarmente favoriti dall’editore Laterza. Penso ad alcune iniziative tipo «Nati per leggere» oppure «La banca per il tempo ritrovato», dove venivano coinvolte delle persone che concedessero del tempo per andare a leggere libri a ragazzi in situazione di difficoltà. C’è una molteplicità di iniziative di diffusione della lettura partite dal basso, di cui ignoriamo l’esistenza, che sono già in fase fiorente sul territorio e che andrebbero assolutamente valorizzate dal Parlamento (in fondo la sussidiarietà è anche questo).

Arrivo all’ultimo punto, il discorso sul mezzo, con un’osservazione ed una proposta. L’osservazione: anche in questo settore vi sono nuove esperienze che configurano inedite alleanze tra media; penso, per esempio, ad alcune iniziative di RAI educational; alle iniziative del libro in edicola con il quotidiano (Repubblica, Corriere della sera) con notevole successo per chi le ha promosse; penso a trasmissioni televisive come «Per un pugno di libri» su RAI 3, attiva ormai da qualche anno, che, pur non avendo un grandissimo ascolto, rappresenta comunque un modo innovativo di proporre il libro coinvolgendo i giovani. Un’attività di coordinamento, di supporto e di potenziamento di queste iniziative potrebbe forse essere utile ed efficace.
La proposta: non credo molto alle iniziative di campagne promozionali di incentivo alla lettura (come il sottosegretario ben sa, in base alla frequentazione di un grande comunicatore che ci accomuna, le campagne istituzionali non funzionano bene); perché allora non utilizzare le campagne per dare spazio alle iniziative che già si muovono nel territorio. Mi riferisco alle esperienze citate prima: anziché fare pubblicità generica alla lettura: fare pubblicità di prodotto piuttosto che pubblicità istituzionale. Fatte salve tutte le cautele, tutti gli editori, grandi e piccoli, possono essere partecipi di queste iniziative. In tal modo non daremmo alcun vantaggio competitivo a nessuna azienda in particolare, raggiungendo lo scopo di produrre una comunicazione mirata e concreta piuttosto che una generica del tipo: «asino chi non legge», uno slogan sicuramente poco concludente e in parte offensivo.

Su Internet… l’onorevole Giulietti mi continua ad additare con la mano tesa, e mi è difficile rifiutare una mano tesa… GIUSEPPE GIULIETTI: “Non vi era alcuna intenzione nascosta.”. ANTONIO PALMIERI: Vorrei prendere la mano tesa dall’onorevole Giulietti in questo senso: riguardo alla disciplina dei prodotti editoriali in Internet condivido quanto detto da lui. Esiste il problema di non soffocare le numerosissime realtà che operano in rete (non-profit; singole persone che pubblicano dei testi sul loro sito). Le leggi vanno rispettate, ma, in cauda venenum, bisognerebbe farlo presente anche all’Unità, che ha pubblicato un articoletto di reprimenda al Governo, in quanto, secondo il giornale, nella legge comunitaria 2001 è previsto un meccanismo con cui si andrebbe a modificare il dispositivo previsto dalla legge sull’editoria per chi fa editoria in Internet, non rendendo più obbligatoria la registrazione; tuttavia, lo scopo di questo tipo di meccanismo è proprio quello di tutelare i piccoli editori e conferma come chi riceva prebende, sussidi, fondi o aiuti è poi tenuto a rispettare le leggi vigenti. Grazie…


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