Rating internazionale. Italia promossa, merito del governo

Standard & Poor’s, la principale delle tre agenzie di rating, ha emesso le pagelle per il governo italiano e lo ha promosso a pieni voti. 

L’Italia mantiene la A+ per ciò che riguarda il debito a lungo termine, mentre sul breve ottiene A-1+, dato che ci accomuna ai maggiori Paesi Europei, Germania compresa, agli Stati Uniti e al Giappone. Chi acquista titoli pubblici italiani non rischia nulla. E’ come se comprasse Bund tedeschi, Oat francesi e Bond americani. 

La previsione, è “stabile”, a differenza per esempio di Gran Bretagna e Giappone, per i quali è “negativo”, per non parlar dei Paesi europei a rischio, Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia. In effetti gli unici Paesi, tra i maggiori, per i quali S&P ha emesso un outlook stabile sono Germania, Francia, Italia, Usa, Cina e Russia.

Colpisce la nota che accompagna il rating, questa volta più lunga e dettagliata del solito: “Le prospettive stabili sull’Italia riflettono le aspettative che il governo proseguirà nel biennio 2011-2013 con il programma di consolidamento del debito incentrato sul contenimento della spesa pubblica”. Insomma: secondo chi valuta le azioni dei governi ed il loro impatto sui mercati e sull’economia in generale, quanto messo in campo dall’Italia in questi due anni e mezzo è stato esattamente ciò che andava fatto. La messa in sicurezza dei conti innanzi tutto, la riduzione o il consolidamento del debito e l’attenzione al deficit, le ricette di Berlusconi e Tremonti, si sono rivelati vincenti.

Ancora più significativo è il giudizio sul futuro. “Se il governo potesse realizzare un consolidamento del debito più forte, questo potrebbe portarci a considerare un aumento del rating a lungo termine, così come un perseguimento delle riforme strutturali finalizzate al miglioramento della competitività”. Standard & Poor’s in altre parole si augura che il governo mantenga e intensifichi la propria azione riformatrice. E perché non vi siano dubbi su quale tipo di governo possa farlo, aggiunge: “Se l’instabilità politica dovesse impedire l’implementazione del programma corrente non si esclude una possibile pressione al ribasso del rating”. 

Molto raramente le agenzie di rating si avventurano in valutazioni politiche così dirette. In pratica Standard & Poor dice: “Avete fatto bene finora. Continuate così e vi alzeremo il voto” (dopo molti anni, ndr). “L’instabilità politica e un cambio di guida e di programma porterebbero al contrario ad una brutta pagella”. Con le conseguenze immaginabili sui titoli pubblici, sui mercati e sull’economia. 

Inoltre, stando ai dati dell’agenzia, la nostra produzione industriale ha segnato un +9,5% contro una media dell’euro zona pari al 7,9%, il 4,2% del Regno Unito e il 6% degli Usa. Siamo sopra la Francia che cresce con un +3,2%, e poco sotto la Germania +10,7%. 

Morale: e questo sarebbe il governo che “non ha fatto nulla”? Quello al quale – ultime esternazioni di Bersani – “l’Europa ride dietro?”. Questa sarebbe l’Italia che ha necessità di un governo tecnico o di emergenza? La verità è opposta: il Paese ha bisogno di stabilità, di andare avanti, e di farlo esattamente con questo programma, queste riforme e questo esecutivo. 

L’opposizione si nutre di bunga bunga e tenta di colpire il premier con iniziative giudiziarie e l’agenzia di rating Standard and Poor’s promuove l’economia del nostro paese attribuendo i meriti all’azione del nostro governo. C’è di che riflettere…


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