Referendum fecondazione: primo non barare

La Provincia di Como del 24 gennaio 2005
di Antonio Palmieri

I referendum sulla legge per la fecondazione artificiale sono una questione ineludibile per tutti: cittadini, scienziati, politici, giornalisti. Da molte parti si è levato l’invito a superare i toni inutilmente polemici, per far sì che questi referendum siano l’occasione per un dibattito “alto”, che faccia crescere la consapevolezza di tutti gli italiani su temi quali l’inizio della vita umana, i limiti della scienza, l’intervento dello Stato nella vita delle persone, ecc.. Se davvero vogliamo raggiungere questo obiettivo credo sia necessario che tutti, fautori e avversari della legge, diciamo insieme quattro “no”.

1) No alla contrapposizione laici-cattolici. Ci sono laici e cattolici in entrambi gli schieramenti, che si assumono la responsabilità delle proprie decisioni.

2) No alla tesi “l’unico cattolico buono è quello contro la legge”. Se un cattolico è contro la legge bene, altrimenti viene bollato come clericale, dogmatico, irragionevole, antimoderno: un vecchio trucco per delegittimare le argomentazioni altrui.

3) No alla denigrazione, ai toni da superiorità morale e da guerra di civiltà contro chi sostiene la legge. Mentre scrivevo queste righe, ho preso a caso una manciata di articoli sui referendum e ho trovato così definita le legge: crudele, medievale, antidemocratica, clericale, oscurantista, mostruosa, cattiva, umiliante, ingiusta, liberticida, stupida, folle. Questi sono insulti, non ragionamenti.

4) No alle falsità e alle omissioni interessate. Finora i fautori del referendum hanno usato questo metodo: isolare frammenti della realtà, presentarli come se esaurissero l’intera questione e omettere le restanti parti; le quali parti, se conosciute, “illuminerebbero” di una luce ben diversa i punti “caldi” toccati dalla legge. Un esempio per tutti. Chi è contro la legge dice che essa è contro la ricerca, perché impedisce l’uso degli embrioni umani come strumenti per la guarigione di molte malattie terribili e incurabili. Invece la realtà è che solo la ricerca sulle cellule staminali non embrionali ha fatto grandi progressi, molti realizzati qui in Italia, e ha dato risultati già disponibili e già usati con successo per guarire i malati.

In definitiva, questi quattro no sono le condizioni preliminari per dare luogo a un dibattito che dica la verità e aumenti la consapevolezza dei cittadini, i quali oggi non sono in grado di farsi un’opinione corretta e completa. Di questo passo trionferà il partito dell’astensione, ma quello dell’astensione dal ragionamento, il partito peggiore. Per questo motivo, attraverso il mio sito internet www.antoniopalmieri.it, la posta elettronica palmieri_a@camera.it e incontri pubblici sul territorio mi rendo disponibile per approfondire i temi connessi ai referendum. Ho votato la legge con grande cautela e attenzione, convinto che fosse il miglior compromesso attualmente possibile, perché unisce il rispetto della vita umana con il desiderio delle coppie di avere figli. Ritengo sia giusto e doveroso esaminarla senza pregiudizi ideologici ma entrando nel merito dei fondamentali temi che essa solleva.

On. Antonio Palmieri, deputato collegio di Cantù


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