Palmieri: “Non ci siamo dimenticati del signor Canio”

La Provincia di Como del 9 novembre 2001
di Enrico Romanò

Non è caduto nel vuoto l’appello di Canio Rutilo. Ma le possibilità che l’anziano combattente riesca a vedersi riconosciuto un indennizzo per gli anni passati nel campo di concentramento di Kastroprauxen sono comunque molto esili. La storia dell’ottantenne di Intimiano, ai lavori forzati nella Germania nazista dal settembre del ’43 alla primavera del ’45, ha molto colpito il parlamentare di Forza Italia Antonio Palmieri, che ha deciso di interessarsi alla sorte dell’ex militare.
“Ho letto con molta attenzione la vicenda del signor Canio – dice l’onorevole – e comprendo il suo stato d’animo, la sua sensazione di essere stato abbandonato dopo aver fatto il proprio dovere servendo la Nazione. Sto investigando su questo problema che coinvolge molti nostri soldati deportati in Germania nella Seconda guerra mondiale. Posso assicurare che non c’è disinteresse nei loro confronti. Già prima dello sfogo del signor Canio un altro mio collega, l’onorevole Dario Rivolta, aveva portato la questione davanti al Ministero degli Affari Esteri e a quello della Difesa affinchè venissero fatte pressioni sul governo tedesco. Ora insieme stiamo andando oltre, e di recente abbiamo presentato un’interrogazione perchè venga dato il giusto indennizzo a chi ha vissuto sulla sua pelle quel triste capitolo della nostra storia”.
Il deputato ammette però che la strada che porta al risarcimento per i soprusi patiti è ancora lunga e piena di insidie. “Purtroppo il governo di Berlino non riconosce ai nostri deportati lo status di prigionieri – spiega – perchè Hitler aveva etichettato i nostri compatrioti come semplici militari italiani internati. Questa classificazione gli permetteva di schiavizzarli senza dover rispettare la Convenzione di Ginevra del ’29. E la Germania, ancor oggi, si attiene alla definizione di Hitler dettata nel ’43. Per questo il risarcimento diventa così difficile”. “In questo momento – prosegue Palmieri – siamo in attesa di avere una risposta chiara dai tedeschi. Le prospettive però non sono buone, perchè la Germania è molto restia a concedere indennizzi. E in più, vista la situazione internazionale, tutta l’attenzione è puntata sulla guerra in corso. Quindi tutte le altre questioni vengono lasciate in secondo piano”.
“Il signor Canio può però stare sicuro che noi andremo avanti – afferma – anche se non voglio alimentare false speranze. Ma per dimostrargli la mia solidarietà gli telefonerò personalmente. Gli dirò che il sacrificio di parte della sua giovinezza per la difesa della Patria non è stato vano, e dovrà continuare ad andare orgoglioso per quello che ha fatto. Anzi, invito tutte le persone del mio collegio che vivono nella stessa condizione a scrivermi ed a unirsi per dare maggiore forza alla loro voce. Intanto li invito a contattare l’Associazione nazionale reduci e prigionieri di Roma, dove potranno ricevere un valido aiuto, telefonando allo 06/7004253”.


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