Lettera del deputato di Cantù al Direttore de “La provincia di Como”

La provincia di Como del 13 giugno 2001

Caro direttore,

“adozioni più semplici” era il titolo di uno dei primi grandi manifesti di programma con i quali abbiamo scandito i primi passi della campagna elettorale e chiesto agli elettori di avviare le pratiche per la mia “adozione” politica in un territorio a me inizialmente sconosciuto. Oggi è un mese esatto dal giorno in cui sono stato adottato, cioè eletto deputato di Cantù e degli altri 14 comuni del collegio 9. In questa ricorrenza – che tra l’altro coincide con il mio onomastico – approfitto dello spazio gentilmente concessomi per rendere conto di quanto è avvenuto in questo primo mese di mandato. Come dissi – assieme al senatore Maffioli – già tre giorni dopo le elezioni agli amici di Forza Italia di Cantù, impiegherò i mesi di giugno e luglio per capire in che cosa consiste questo mio nuovo lavoro e per organizzare la mia attività a Roma, nel mio collegio di elezione e, più in generale, nella provincia di Como. L’ho detto da subito perché siccome dovrò lavorare per loro per ben cinque anni è mia intenzione partire con il piede giusto ma senza affanno, anche perché, come ogni matricola del Parlamento, inevitabilmente devo superare il necessario periodo di rodaggio e di ambientamento.

Ho ribadito questo stesso concetto a tutti coloro con i quali ho avuto modo di parlare negli incontri pubblici e privati in Como cui ho partecipato dopo le elezioni: dall’assemblea della Compagnia delle Opere alla Festa della Repubblica e a quella di Forza Italia della provincia di Como, dall’assemblea degli artigiani a quella della piccola industria. Peraltro in questi incontri ho avuto la conferma che il Piano di governo della Casa delle Libertà coincide perfettamente con le esigenze del mio territorio, dove l’aggettivo “mio”, indica non un possesso ma una appartenenza, sancita ufficialmente con il voto del 13 maggio.
Questa coincidenza tra il progetto nazionale e le esigenze locali mi consentirà di essere facilitato nel mio lavoro di parlamentare e di armonizzare il bene generale con quello particolare, sostenuto in questo compito dai rappresentanti locali di Forza Italia e della Casa delle Libertà, dal coordinatore provinciale azzurro Roberto Zanetti e dal consigliere regionale Giuliano Sala, dall’assessore regionale Giorgio Pozzi, dal collega Mario Alberto Taborelli e da tutti gli altri parlamentari eletti nella provincia di Como.

C’è molto da fare e intendo farlo senza partecipare al teatrino della politica: sarò presente sui media solo quando avrò veramente qualcosa di dire e da riferire in merito al lavoro fatto. Al tempo stesso confermo che sto allestendo alcuni strumenti che mi consentano di avere un contatto diretto e personale con gli elettori ma, come è mia consuetudine, li annuncerò nel dettaglio mano a mano che cominceranno ad essere operativi. Caro direttore, mentre i suo lettori leggeranno questa lettera, sarò impegnato in aula nelle votazioni per completare l’elezione dei segretari della Presidenza della Camera dei Deputati. Dunque sarò lontano ma spero che da questa lettera si sia capito che la mia non intende essere una adozione a distanza ma semmai “di stanza”, cioè al servizio dei cittadini del mio collegio e della provincia di Como.

Cordialmente,

on. Antonio Palmieri


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