Il Giornale, lo stratega: “Rischio astensione? Così porteremo i milanesi alle urne”

” La vera sfida è riportare i nostri elettori alle urne” parola di Antonio Palmieri, l’ “uomo internet” di Berlusconi, colui che dal 1993 organizza campagne elettorali azzurre. “Nel 1997 Berlusconi mi chiese di fare la campagna di Gabriele Albertini, ora ha voluto che mi impegnassi per Letizia Moratti” spiega l’ispiratore de ” i cento progetti realizzati”, il volume che il sindaco ( a spese sue, come  ha voluto precisare) spedirà a casa dei milanesi. “Non abbiamo voluto fare un opera di propaganda, ma uno strumento di consultazione che spiegasse ai milanesi come usufruire dei servizi».

Il clima non è dei più sereni. Una campagna più difficile delle altre?
«È come per le partite di calcio: non sono mai facili. Stiamo lavorando da parecchi mesi per riportare gli elettori alle urne e far conoscere ai milanesi l’azione del sindaco».

Di che cosa non si sono accorti?
«Facendo il libro dei cento progetti realizzati, abbiamo scoperto una serie di cose minute di cui io stesso non mi ero reso conto. Un esempio è lo spazzamento globale, grazie al quale metà Milano non è più costretta a spostare la macchina per il lavaggio strada. Non sono fatti eclatanti».

Altre scoperte?
«È stata sostituita metà flotta dell’Atm, di treni e metro, con mezzi ecologici, con un miglioramento della qualità dell’aria che forse non è immediatamente percepito».

Letizia Moratti buona amministratrice di condominio?
«Ogni sindaco ha la sua personalità e Letizia Moratti ha certamente il grande merito di aver saputo pensare in grande, come dimostrano il Pgt e l’Expo, e contemporaneamente di valorizzare il piccolo. È una delle sue caratteristiche principali».

Qual è il punto forte del sindaco?
«Non conoscevo Letizia Moratti, sapevo di lei che è una persona integerrima e perbene, ma l’ho scoperta realmente appassionata ai problemi della sua città. È rimasta più di cinquanta ore seduta al tavolo per limare il programma, approfondendo ogni più piccola iniziativa in ogni minimo dettaglio. Se posso fare una battuta, il mio voto l’ha riconquistato al 120 per cento».

Un punto debole?
«Lo spettacolo generale che sta dando la politica in queste settimane e che rischia di ripercuotersi su una disaffezione al voto del 15 maggio. C’è il rischio di astensione, è importante coinvolgere i cittadini».

I milanesi saranno consultati sul programma?
«Chiederemo in queste settimana ai cittadini di pronunciarsi sulle priorità e ne terremo conto per la stesura definitiva del programma che sarà presentato con Silvio Berlusconi il 17 aprile. Vogliamo il massimo coinvolgimento».

Berlusconi capolista a Milano ormai è una tradizione. Che cosa vi aspettate questa volta?
«Contribuirà a dare agli elettori un segnale dell’importanza di queste elezioni. È consueto che il presidente voglia mettere la faccia nelle sfide importanti. Sa bene che se prenderà un voto in meno dei 53mila del 2006 glielo rinfacceranno, ma lo fa lo stesso».

È un traino o un avversario per gli altri candidati del Pdl?
«La sua presenza aiuta gli indecisi a venire al voto. Come dimostra il passato, coloro che sono affezionati al singolo candidato non cessano di dargli la preferenza. Con la marea tutte le barche vanno più in alto».

La sfida è più con il candidato della sinistra o del terzo polo?
«Conosco entrambi personalmente. Sono due persone perbene ma non sono credibili come avversari della Moratti, soprattutto per l’elettorato moderato e cattolico. Pisapia non può rivelare il suo vero programma, cioè aumentare le tasse e cancellare il Pgt. Palmeri è vicino alle posizioni di Della Vedova e Fini, non è un candidato credibile per gli elettori cattolici dell’Udc».

Una previsione sul risultato finale?
«La vera partita è con noi stessi. E lavoriamo per vincere al primo turno».
 

( 3 aprile 2011)


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