Forza Italia in piazza: nasce il partito no tax

Libero del 7 ottobre 2004
di Elisa Calessi

L’idea è di mettere a segno due colpi in uno: dare una mano in Parlamento a Silvio Berlusconi, che sul taglio alle tasse si gioca tutto, e caratterizzarsi dinnanzi a elettori come il partito “no-tax”. Ecco perché Forza Italia ha deciso di lanciare una campagna sul tema. Mobilitazione nelle piazze e nei luoghi di lavoro, tra gli iscritti ma anche tra i non berlusconiai. Per far conoscere l’agognata riforma che dovrebbe ridurre la pressione fiscale di 6 miliardi di euro. Sandro Bondi, coordinatore del partito, ha annunciato già per le prossime settimane iniziative locali e nazionali. Una vera e propria campagna a sostegno della riforma fiscale che il premier vuole far approvare con un decreto o un collegato alla Finanziaria. I bersagli saranno «l’ingiusta pressione fiscale» sostenuta finora, ma anche il «partito trasversale degli sprechi e delle tasse». Ieri mattina si è già riunito il gruppo di lavoro che dovrà occuparsene. Oltre a Bondi, fanno parte del team il suo vice Fabrizio Cicchitto, il relatore alla Finanziaria Guido Crosetto, il responsabile economico Luigi Casero e poi Renato Brunetta, Lucio Malan e Antonio Palmieri, rispettivamente responsabili del programma, della propaganda, della comunicazione. Il primo passo sarà una lettera inviata a tutti gli iscritti. Una paginetta, ha fatto sapere Bondi in una nota, in cui si ricorda che «la riduzione delle tasse è al primo posto degli impegni del presidente del Consiglio e del governo, della maggioranza, ed è pienamente condiviso dal ministro dell’Economia».
Si fissa una scadenza: «Dal primo gennaio 2005, le aliquote fiscali verranno ridotte a tre: 23%, 33% e 39%». Risultato che va divulgato e rilanciato con forza. Perché, continua Bondi, «occorre sconfiggere il partito trasversale delle tasse e degli sprechi». Rappresentato sì dalle «sinistre», come continua il comunicato, ma anche da chi nella stessa Casa delle libertà storce il naso. Il coordinatore ha già tracciato le linee della mobilitazione: si tratta di sostenere la riforma «nelle piazze e sui luoghi di lavoro», di informare «capillarmente i cittadini». In sintesi, mobilitazione straordinaria.
Anche per «non lasciare solo il presidente del Consiglio» in questa battaglia. Occorre, dunque, «dispiegare una forte iniziativa politica e di comunicazione contemporaneamente alla discussione e all’approvazione della legge Finanziaria».
Dietro l’idea, ovviamente, c’è l’ombra del premier. Era stato Berlusconi, lo scorso 21 settembre a Genova, a lamentarsi di essere rimasto l’unico a pensare che le tasse vanno tagliate. Messaggio diretto agli alleati riottosi, è vero, ma anche al suo partito. A via dell’Umiltà hanno inteso l’antifona. E si sono mossi. Anche perché sulla questione delle tasse si intrecciano due livelli. Il primo, sollevato apertamente da Berlusconi, è quello che almeno Forza Italia deve sostenere il premier in una battaglia che non sarà facile. L’aiuto deve essere innanzitutto sul piano della comunicazione. «La gente», ha spiegato Berlusconi ai suoi, «va informata sul contenuto reale della Finanziaria, sul fatto che non graverà sulle loro tasche. La sinistra si scatenerà. Noi dobbiamo risponderle a tono». Dunque, si tratta in primo luogo di far passare il messaggio che, insieme ai tagli alle spese, ci sarà la promessa riduzione fiscale. Di contro ribattere alla campagna che il centrosinistra farà da qui a dicembre. Il come è lasciato alla libera iniziativa dell’équipe che cura la comunicazione e la propaganda. Si partirà con convegni, manifestazioni, depliant, volantini, manifesti. Non è escluso che si organizzi un nuovo Tax Day, sulla traccia di quello organizzato nel maggio 1999 al Palasport di Verona.
Spiega l’azzurro Antonio Palmieri: «Le iniziative potranno essere le più diverse. Le vedremo nel dettaglio nei prossimi giorni. Ma l’obiettivo è già chiaro: far conoscere i veri contenuti della Finanziaria, smentire le falsità messe in giro dall’opposizione, sostenere la riforma fiscale che il governo vuole portare a compimento».
Questo per quanto riguarda l’esterno. C’è poi un secondo livello che interessa più da vicino il partito azzurro e ha a che fare con il suo peso dentro la Cdl. iascuna forza politica del centrodestra, è l’analisi che il premier ha fatto con i vertici azzurri, si sta caratterizzando per una battaglia. La Lega punta sulla devolution, An sulla sicurezza, l’Udc sulla famiglia. E Forza Italia? E l’annoso problema dei “costi” di immagine che paga un partito che si identifica con il premier e con il governo. «Non possiamo passare come quelli della Cirami», si lamenta un deputato azzurro. Sarà una semplificazione, ma il concetto è quello. La riforma fiscale, dunque, è anche l’occasione per rilanciare Forza Italia come il partito “contro” le tasse. Sarà la bandiera degli azzurri, il tema, di sicuro impatto popolare, su cui battere da qui alle elezioni regionali fino alle politiche del 2006. In un colpo solo si dà una mano al Cavaliere ma anche a se stessi.


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