Dopo-Silvio? Fini, Casini, Tremonti Intanto parte il «motore azzurro»

La Provincia di Como del 24 giugno 2005

Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini, Giulio Tremonti «o forse Roberto Formigoni»: sono questi i possibili successori di Silvio Berlusconi alla guida della Casa delle libertà secondo il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, che parla della guida del centrodestra in una intervista al settimanale «Panorama». Secondo Confalonieri, «Berlusconi ha attraversato tre vite che ha vissuto al massimo dei giri: imprenditore, editore di televisione e politico». Il Cavaliere però, aggiunge l’amico di sempre, «sa bene che è solo il dittatore quello che finisce per sempre»; di conseguenza, «per rispetto della continuità potrebbe guardare prima o poi a Gianfranco Fini, a Pier Ferdinando Casini, a Giulio Tremonti o forse a Roberto Formigoni».

E mentre nel centrodestra impazza il «toto-successione» al cavaliere, è lo stesso leader azzurro a «caricare» il centrodestra in vita delle elezioni politiche della primavera 2006. «È andata alla grande, alla grande… c’è una forte volontà, un grande entusiasmo…»: con queste parole infatti Berlusconi ha commentato la lunga riunione con i coordinatori regionali e provinciali di Forza Italia. Alla domanda se si stesse lavorando anche la lista unica per il proporzionale, il premier ha risposto: «è una tecnicalità che stiamo valutando».

La «riscossa del centrodestra» passerà per i dieci gruppi di lavoro a Roma e poi il «motore azzurro» e il lavoro dei 475 comitati elettorali. Questi i cardini strategici di tutta la macchina con cui Forza Italia si dovrà presentare al prossimo appuntamento elettorale. Tutti riuniti gli azzurri, ad ascoltare il loro leader che vuol portare il partito alla vittoria nel 2006. E allora, al di là del partito unico, ecco come Berlusconi presenta tutto il sistema su cui e con cui dovrà lavorare Forza Italia. Il «motore azzurro», in primo luogo («motore creativo», così viene definito) ovvero tutte le iniziative che saranno presentate e realizzate sul territorio di cui è responsabile Mario Mantovani. E poi 475 comitati elettorali, tanti quanti sono i collegi, e perciò una struttura di sostegno non solo nei luoghi dove sono candidati esponenti di Forza Italia ma a disposizione di tutta la Cdl. Lavoro sul territorio, certo, ma con forte assetto centrale. Il premier spiega infatti ai suoi che la «campagna scientifica in ogni collegio» prevede una regia affidata al coordinamento provinciale, un controllo da parte di quello regionale e un input affidato alla parte nazionale del partito. Dieci sono invece i gruppi di lavoro che Berlusconi illustra ai suoi, con tanto di responsabili. C’è, tanto per cominciare, l’officina delle idee, e poi lo studio dei collegi (Valducci, Fontana), l’organizzazione dei collegi (Verdini), il programma elettorale (Tremonti), la comunicazione elettorale (confermato il canturino Antonio Palmieri), le manifestazioni nel territorio, l’individuazione di nuovi candidati.

Forza Italia si pronuncerà poi sulla proposta di dar vita a un partito unitario il 21 luglio, in un Consiglio nazionale, che sarà convocato dal suo presidente Alfredo Biondi, mentre già il 28 giugno si riunirà il Comitato di presidenza. Berlusconi, secondo quanto hanno riferito alcuni partecipanti, ha definito «inevitabile» la formazione di un partito unitario che aggreghi Fi, An e Udc; si tratta, ha detto, di «una grande prospettiva storica». Il tutto, però, avverrà dopo le elezioni del 2006: «Alle politiche – avrebbe detto il premier – correremo con il nostro simbolo». Meglio ancora: la proposta che Berlusconi lancerà agli alleati è quella di una lista unitaria al proporzionale, a fianco della quale comparirebbero i simboli dei partiti che le danno vita. I simboli dei partiti della Cdl dovranno comparire anche nella scheda uninominale, accanto al nome del candidato nel singolo collegio. Come d’altra parte prevede il testo presentato alla Camera da Donato Bruno.


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