Disabili e web, ecco la Campa-Palmieri

Libero del 29 aprile 2003
di Daniele Passanante

Dalla fine del 2002 in rete si parla spesso della Campa-Palmieri. Dalle adesioni numerose in Parlamento si è passati a qualche polemica, per una proposta comunque giudicata trasversalmente buona da maggioranza e opposizione, dopo la presentazione da parte dei due esponenti di Forza Italia. La data di presentazione è del 16 dicembre 2002, il titolo: “Norme per il diritto di accesso ai servizi e alle risorse telematiche pubbliche e di pubblica utilità da parte dei cittadini “diversamente abili”. Interviene l’onorevole Antonio Palmieri, uno dei due firmatari, insieme all’onorevole Cesare Campa, della proposta di legge.

Contattato attraverso l’e-mail pubblicata sul sito della Camera dei Deputati il 23 aprile, Palmieri ha risposto telefonicamente il 24, segno che usa l’e-mail quotidianamente, come non fanno molti fra i suoi colleghi: «Tendo a privilegiare l’e-mail rispetto al telefono e al fax, che ho abolito» dice subito Palmieri che spiega così il progetto di legge: «Nella nostra proposta si fondono insieme usabilità e accessibilità. Il nostro obiettivo è approvare la legge entro la fine di quest’anno alla Camera e al Senato. Poi ci auguriamo che le pubbliche amministrazioni possano rendere i loro siti accessibili in breve tempo».

La proposta ha suscitato largo consenso in Parlamento ma anche molte discussioni soprattutto in seguito alla mancata adesione da parte del ministro Lucio Stanca e alla presentazione di un suo disegno di legge. Come mai? Nessuna polemica, anzi. In realtà il Ministero stava già lavorando: c’era una commissione prima di noi. Con la presentazione del disegno di legge Stanca si può dire completata pienamente la prima fase di lavoro. Come sa è cominciata a dicembre con la presentazione della proposta di legge con il convegno di Venezia e la proposta presentata dall’Iwa (International Webmaster Association, ndr). C’è stata una mobilitazione dei parlamentari: più di 140 hanno aderito. Il clamore suscitato dalla campagna di Puntoit e Key4Biz, ha stimolato la creazione di nuove proposte di legge alla Camera.

Ora qual è l’iter della proposta e gli appuntamenti legati alla sua approvazione?

Le proposte sono arrivate in commissione Trasporti e Telecomunicazioni ed è stato individuato il relatore che è l’onorevole Paolo Ricciotti. L’obiettivo è quello di poter approvare il disegno di legge entro le vacanze estive.

Anche i rappresentanti italiani di colossi del software come Microsoft e Ibm hanno aderito alla Campa-Palmieri e questo ha suscitato qualche critica in rete (vedi box a lato). Cosa ne pensa?

Le posizioni sono tutte legittime, ma va detto che le grandi aziende stanno da tempo lavorando in termini di accessibilità. È evidente che c’è interesse a rendere tutti i cittadini attivi in internet. È positivo che anche le grosse corporation possano considerare i cittadini disabili “clienti”. Io sono stato sempre convinto che più interesse ci sarebbe stato intorno al tema, oltre che alla nostra proposta, meglio sarebbe stato. Io stesso, che sono il responsabile internet di Forza Italia dal 1995, non mi ero mai imbattuto fino al 2002 in questa tematica. Oltretutto il 2003 è l’anno internazionale del disabile.

I promotori del software libero temono forse che le amministrazioni ricorrano alle grandi produttrici di software rafforzando la loro posizione monopolistica.
È una preoccupazione giustificata?

La battaglia fra open source e software proprietario non trova terreno in questa proposta di legge. Il nostro punto primo è eliminare le barriere digitali. La nostra proposta e quella di Stanca non impongono standard in termini di software. Imponiamo che i siti della pubblica amministrazione siano accessibili. Ognuno giudicherà in base alla propria esigenza e convenienza qual è la soluzione migliore, fra software libero o proprietario.

Non è pensabile imporre per legge, ma di volta in volta ciascuno sceglierà la soluzione più idonea per i suoi bisogni. Free software vuol dire libero, ma non gratuito. È veramente una scelta che non si può imporre ideologicamente a priori.

Il sito del Governo è già accessibile secondo le specifiche del W3C, il World wide web Consortium, ma quali sono i tempi per rendere accessibili i siti più importanti della P.A.?

Nella nostra proposta noi diamo qualche mese di tempo. Sarà da trovare la soluzione più idonea.

Sono previste versioni multiple di siti (per disabili e non) oppure si punta all’integrazione? «In realtà alcune categorie di disabili non vogliono un sito parallelo, perché non vogliono sentirsi penalizzati e discriminati, ma che il sito sia accessibile a tutti. Questo richiede un grosso lavoro. Mi sto rendendo conto di quanto sia difficile rendere le pagine web più accessibili, rifacendo il mio sito personale cercando di puntare alla tripla A (accessibilità con il massimo dei livelli). Nel sito di Fi abbiamo invece utilizzato una via semplice ed efficace, quella di creare un sito parallelo».

Fra le iniziative interessanti a cui si può partecipare in rete, la petizione di un gruppo di cittadini che chiedono che il sito della Rai diventi accessibile al più presto.


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