Un passo verso il quoziente familiare

Il governo ha colto la valenza culturale, politica e di metodo dell’ordine del giorno presentato da me con il sostegno di altri 17 colleghi del PDL (se mi fossi impegnato a fondo avrei raccolto un numero di firme ben più alto ma mi bastava questo numero) e si è impegnato a rimodulare da gennaio la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione in funzione del numero dei figli.
Questa decisione conferma che il quoziente familiare è uno degli obiettivi di legislatura a sostegno della famiglia e inaugura un metodo di lavoro che guarda ai singoli provvedimenti valutandoli in un’ottica ‘familiare’, vale a dire in base al numero dei suoi componenti. Questo è il principale merito di un atto che evidentemente non risolve tutti i problemi ma costituisce un importante passo in avanti: molti altri ne verranno se sapremo lavorare con tenacia, pazienza, competenza e realismo.


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Commenti

Una risposta a “Un passo verso il quoziente familiare”

  1. Avatar franco
    franco

    Mi permetto di aggiungere un altro “quoziente” per valutare gli sgravi di una famiglia: la presenza in famiglia di persone veramente con disabilità. Stiamo seguendo, proprio in questi giorni, una mamma con una figlia del tutto impossibilitata a muoversi e con grandissimo deficit intellettivo. Sono in ospedale perché il caldo ha ulteriormente complicato la situazione. Questa mamma per lavorare (non per fare gli straordinari) deve fare i salti mortali e per arrivare a fine mese fa i miracoli.   Una famiglia con due o tre figli ha un suo diritto a particolari detassazioni. Una famiglia con due o tre persone disabili in casa (io ne conosco) semplicemente, non dovrebbe pagare le tasse. Pensiamo solo al servizio che questi genitori fanno alla società: al risparmio rilevantissimo sulla sanità (quanti ricoveri evitati grazie al loro servizio) e al benessere dei “disabili” che in casa sono Persone e non pazienti.

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