Riflessione post voto: Del Debbio

Paolo Del Debbio, analizza i risultati del voto su Il Giornale. L’ho trovato un buon intervento, condivisbile, specie in questi passaggi:

1. “Berlusconi continua a vincere perché conosce quello che il popolo vuole e intrattiene con il popolo, con la stragrande maggioranza di esso, un rapporto che la sinistra non sa intrattenere. Quei profeti da quattro soldi che periodicamente, come nei casi maniacali, ne decretano la fine sottovalutando, perché alla fine non la conoscono, la consistenza del rapporto «carnale» che Berlusconi stesso ha con il popolo e la fiducia che il popolo gli tributa.
Tutto questo si alimenta, soprattutto negli ultimi due anni, con le capacità di intervento che Berlusconi ha dimostrato in non poche situazioni concrete. Questi fatti scompaiono facilissimamente dai giornali e dalle tv ma, evidentemente, rimangono nella memoria del popolo che, quando può, dimostra di non dimenticare.”.

2. “E cosa vuol dire che la coalizione di centrodestra raccoglie ormai i ceti medi, quelli imprenditoriali, ma anche molta di quella che una volta si chiamava la classe operaia? Perché molta di essa vota per il Pdl e per la Lega se non perché vede in questi due soggetti e nei loro leader gli unici che possano rispondere alle loro difficoltà? E se lo fanno in presenza di questa crisi evidentemente pensano che, anche in questo caso, con l’opera del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è stato fatto tutto quello che si doveva e non è stato fatto ciò che non si doveva. Il popolo lo sa bene: il governo del fare è anche quello che fa ciò che è possibile fare. Il popolo si inganna difficilmente, molto più difficilmente di quanto pensino Di Pietro e la sinistra al suo seguito. Che poi, se lo continuano a pensare, è anche un bene.”


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Commenti

7 risposte a “Riflessione post voto: Del Debbio”

  1. Avatar ARMANDO

    RIFORME E FINI,
    è arrivata l’ora dei fatti e non delle chiacchere, non vi siete ancora accorti che c’è un asse trasversale che rema contro?, per la prima volta penso che sarà molto difficile passare questi tre anni di legislatura per portare in porto il programma approvato dalla maggioranza degli elettori nell’aprile 2008.
    Ci sono troppi interessi e privilegi di varie kaste che faranno di tutto a non dare a Berlusconi la soddisfazione di presentarsi nel 2013 con le riforme conseguite.
    La dimostrazione di tutto questo è l’offensiva delle toghe rosse e non, che non vogliono perdere il privilegio della kasta immune da critiche e condanne, siamo maggioranza nel Paese e dobbiamo “subire” sulle reti RAI, quelle che tutti paghiamo per avere un servizio pubblico imparziale, gli attacchi vergognosi di Santoro, Floris, la Dandini e compagni vari, questo è dimostrazione vera che non sappiamo come epurare questa mucca karolina che è mamma Rai con elargizioni di prebende da vergognarsi, basta fare una semplice comparazione con le televisioni degli altri Paesi occidentali, per comprendere in che paese noi viviamo!.
    In pratica bisognerebbe essere più uniti e compatti per dire basta a queste occulte manovre, e i signori deputati della maggioranza devono avere il pudore di essere sempre presenti per non andare sotto con gli emendamenti che fanno perdere tempo prezioso per varare le leggi che il governo cerca con forza di varare, da non dare all’opposizione che veramente è ridicola e disfattista di gridare a vittorie di pirro.
    Le correnti, sono più che convinto per mia esperienza vissuta, sono soltanto vere e proprie metastasi che minano tutti i partiti alla loro fine. State attenti che Fini è fine!, soltanto pensare che è emiliano come Brodo Brodi, non vi dice nulla?
    armando

  2. Avatar flaminio cozzaglio

    LA PARTITA DA GIOCARE

    E’ l’ultimo editoriale di Mauro Ezio , sé dicente direttore di Repubblica , sempre meglio dello stile fangoso del padrone Scalfari Eugenio . Riconoscibile alla cieca , come gli altri fondi di tanto giornale , per la valanga di odio buttata sul nemico di turno . Il principale , da sedici anni , Silvio Berlusconi . Non è malignità , oggi per essere assunti da Repubblica bisogna superare il severissimo test di antiberlusconismo , previsti , contro ogni legge , anche esami del sangue . E’ la scoperta dell’acqua calda , basta odiare e si trova sempre uno zoccolo duro di fedeli che ti seguono , disposti ad abbandonare tutto , cervello cuore dignità orgoglio che , non essendone privi , impiegano nel resto della loro vita . Ogm umani , insomma . Ecco l’inizio : l’effetto simbolico del Lazio e del Piemonte che cambiano di segno politico . La disfatta è un effetto simbolico . E’ un sistema tanto facile che l’ha capito pure Di Pietro : tutti in galera , e un dieci per cento corre a votarlo . Poi , se la Lega dà un avviso generale , occhio a far entrare senza controllo milioni di sconosciuti , scattano come grilli : è la scuola dell’odio !
    E’ un sistema preso di peso dall’Espresso anni 50 . Criticare di principio chi ha il potere , in attesa lo prendano i nostri amici . E’ prova di civismo e intellettualità . Moro fu ucciso ancor giovane , sennò avrebbe fatto la fine di Andreotti : già vecchio e fuori dai giochi doveva subire lo sfregio di processi infami che ammorbassero la storia della DC . Informati dai progressisti , i giudici cercarono di dimostrare che aveva ordinato di uccidere un giornalista perché scriveva male di lui . Sempre gli stessi cantori della giustizia , non riuscendo a condannarlo per mafia , stabilirono che lo era stato , ma in un periodo prescritto . Salvandosi dall’obbligo della prova . Come se mandare in malora un processo fosse colpa dell’imputato e non della loro inefficienza .
    Oggi è il turno di Berlusconi : imputazione vera , nemico di De Benedetti . Uomo nuovo , non accomodante come gli Agnelli . Non impreparato come i Ferruzzi e i Rizzoli . Insomma le ha proprio tutte .
    Taglio corto . Una delle armi di costoro : B non rispetta la magistratura . Da anni su Repubblica ha una nicchia ben protetta chi ? Sofri Adriano , pluricondannato per l’omicidio del commissario Calabresi . Ma la sentenza è ingiusta e va snobbata .

    Cremona 31 03 2010 http://www.flaminiocozzaglio.info .

  3. Avatar Cinzia F.

    Berlusconi ha vinto perchè: nonostante le capziose accuse e la discriminazione della sinistra Stalinista, GLI ITALIANI, NON SONO DEGLI ALLOCCHI.
    Con simpatia
    Cinzia

  4. Avatar aurim
    aurim

    Politici o Attori
    Abbasso il multipartitismo ed il protagonismo in TIVVU’, se i politici ormai abituati a ciò, vorranno in futuro le interviste e le apparizioni sotto i riflettori con tanto di cerone in faccia, dovrebbero rivolgersi al cinema o al teatro, dopo aver frequentato magari un po’di scuola d’arte . In queste ore mentre qualcuno si riposa dopo essersi dedicato alle elezioni regionalprovincialcomunali fortunatamente vinte, qualcun’altro sta brigando, reclamizzato da una buona parte di giornalisti, al definitivo sfascio, perchè in parte è gia iniziato, del sistema parlamentare maggioritario per tornare con una scusa o un’altra al pluripartitismo e all’ingovernabilità, per avere sempre la famosa visibilità e metterci la faccia, accidenti a lei ed al narcisismo straripato in politica. Il rimanere sempre e comunque in vista, a parte i contenuti delle teste, consentirebbe ad una pletora di facce di bronzo di ogni colore e grado, in groppa da anni, a seguitare ad occupare le comodissime poltrone che tutti conosciamo, noi soltanto di nome, e di seguitare ad essere intervistati da inutili cronisti su inutili cose, dando inutili risposte, così tanto per dire; ma a loro di noi importa forse qualcosa? Questa è la vera domanda a cui rispondere con i fatti altrimenti è meglio il cinema perché magari “i politici” potrebbero vincere , se bravi, anche l’Oscar. Nelle prossime riforme rinforziamo il sistema maggioritario è prioritario 3 partiti 4 max. Non potendo fare di tutta l’erba un fascio mi rallegro pensando che i buoni , e non i belli, siano i più, anche se di poco. Viva il Piddielle unico partito del centrodestra. Se non si sistemeranno anche queste cose ai voglia a parlare di ceti e di rappresentanze, la gente si discosterà sempre più dalla politica dell’apparire anche se il Premier si distingue perché cerca di tenere il timone orientato anche sulla politica del fare. Facciamoci gli auguri!

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