APPELLO “LIBERI DI VIVERE”. MARTEDì LA CONSEGNA AL QUIRINALE

Martedì prossimo, 7 aprile, una delegazione dei promotori dell’appello “Liberi di vivere” consegneranno le firme raccolte al Quirinale, nelle mani del segretario generale della presidenza della repubblica, il dottor Donato Marra.

L’appello, sottoscritto da 24.669 cittadini – tra i quali il ministro Bondi, i sottosegretari Roccella e Martini, il governatore Formigoni, numerosi deputati tra i quali Livia Turco, Gabriella Carlucci, Emerenzio Barbieri, Raffaello Vignali, Renato Farina – chiede che le istituzioni, a ogni livello, pratichino un riconoscimento concreto, tramite investimenti di tipo economico e di promozione culturale, della dignità dell’esistenza di ogni malato, diano cura e sostegno utili a combattere il dolore e a garantire cure adeguate, sostengano le associazioni di malati e a quanti sono accanto ai malati e alle loro famiglie.

La delegazione sarà composta da: Antonio Palmieri, deputato PDL, Mario Melazzini, presidente AISLA , l’associazione nazionale dei malati di SLA, Stefania Bastianello, moglie di Cesare Scoccimarro , malato di SLA, il cantante Ron, Massimo Pandolfi , autore dei libri “L’inguaribile voglia di vivere” e “Liberi di vivere”, edizioni ARES, Riccardo Caniato, responsabile della casa editrice ARES , Giorgio Gibertini , scrittore e direttore del CAV di Roma.

“In questi ultimi anni – afferma Palmieri – il dibattito pubblico si è focalizzato sulla richiesta della libertà di poter morire. Ci sono migliaia di malati di malattie invalidanti come la SLA che invece chiedono di essere finalmente messi nelle condizioni di essere liberi di vivere, in dignità e libertà.

Nessuna condizione di salute toglie dignità alla vita umana. Come dice l’appello, in una società davvero libera, solidale e democratica, malattia e sofferenza non possono diventare motivo di solitudine, abbandono, emarginazione e discriminazione. Pur nei limiti imposti dalla loro condizione, queste persone malate e loro famiglie vogliono poter continuare la loro vita con dignità e in libertà. Essi non sono un peso per la società, ma sono per tutti un esempio di coraggio e di capacità di vivere, che le istituzioni a ogni livello, nazionale e locale, devono sostenere e promuovere. Per questo andiamo al Quirinale e per questo abbiamo già coinvolto il governo. Tutte le istituzioni, a partire da quelle locali, devono però fare la loro parte.”


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