Braccio di ferro: la sicurezza, la legalità e l’ideologia della sinistra

Il tema della sicurezza è da tempo diventato di “attualità” in molte città governate dal centrosinistra.  In questi giorni il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli ha dichiarato guerra agli abusivi, che d’estate a migliaia invadono le spiagge per vendere la loro merce: “Bisogna far rispettare le regole, poi si può parlare di solidarietà – commenta ribattendo alle critiche che gli sono piovute dalla sinistra radicale – . Peccato che dal governo abbiano poca attenzione su questi problemi. Un errore tragico. Veniamo lasciati soli”.
Prima di lui a Padova, il sindaco ds Flavio Zanonato è stato accusato di essere uno “sceriffo” per il muro di via Anelli e per le multe ai clienti delle prostitute. A Torino, ci sono state forti polemiche dentro l’Unione per la bonifica del tossic-park sulle rive dello Stura avviata da Sergio Chiamparino. Il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, ha quasi rischiato la rottura della coalizione per le sue prese di posizione sui campi rom e gli immigrati clandestini. Sergio Cofferati a Bologna è stato il primo a cercare di praticare una linea dura  contro l’illegalità.

Tutti costoro sono oggetto di forti attacchi dalla sinistra dell’Unione e dai loro giornali. Mi chiedo: dove vivono i ministri e i giornalisti che non capiscono che sono proprio i più deboli che sono quelli più messi a rischio dalla illegalità? Io sono nato e vivo in periferia a Milano e invito queste anime belle che giustificano tutta una serie di reati solo perché a commetterli sono persone disagiate, come gli immigrati o i rom a vivere qui per un mese, a parlare con i cittadini, di destra o sinistra non importa. La realtà vince sempre contro l’ideologia…alla lunga.


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Commenti

Una risposta a “Braccio di ferro: la sicurezza, la legalità e l’ideologia della sinistra”

  1. Avatar effe-emme
    effe-emme

    Chi giustifica l’illegalità dovrebbe anche, per coerenza, dimostrare il proprio animo “pietoso” ospitando a casa propria e a proprie spese un paio di disagiati immigrati clandestini, mantenerli e rieducarli. Così, noi borghesi senza cuore, avremmo il tempo di occuparci dei deboli di casa nostra.

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